“I nostri figli non saranno al giuramento è stato eletto Hollande, non una famiglia”
PARIGI – Ségolène Royal, la radio Rtl ha rivelato che i suoi figli non saranno al passaggio delle consegne all’Eliseo: è vero?
«Sì, non ci saranno».
Perché? Non sarebbero al loro posto?
«Perché la Repubblica dev’essere irreprensibile. Chi è stato eletto? Un presidente della Repubblica, Franà§ois Hollande. Non una famiglia, gli amici, i compagni. I miei figli, del resto, non vogliono essere presenti, perché pensano di non essere al loro posto. Ci sono momenti intimi per la famiglia e momenti ufficiali in cui bisogna rispettare le regole protocollari. Saranno presenti alla cerimonia solo gli organi costituzionali. Poi può anche esserci una festa amichevole, ma all’insediamento ci saranno solo gli organi costituzionali, la presidenza della Repubblica non è una casa dove si entra e si esce».
Lei ci sarà ?
«Se m’invitano. Ovviamente vorrei esserci: come ex candidata alle presidenziali o ex ministro o presidente regionale. Non so: se ci sono regole protocollari che mi consentano di esserci, ci sarò».
Franà§ois Hollande si spende molto per dimostrare che sarà un presidente normale, eppure la situazione economica non ha niente di normale. La Grecia non è mai stata così vicina al fallimento e a un’uscita dall’euro: i greci possono contare sulla sinistra francese e il nuovo presidente per rinegoziare l’accordo finanziario con l’Europa e il Fondo monetario internazionale?
«È evidente che ci vuole un’altra visione dell’Europa, delle emergenze, degli equilibri. L’arrivo di Hollande è una grande speranza in Europa, che sembra irrigidita su posizioni del passato e che ha spinto una serie di paesi verso politiche di austerità che li hanno messi in ginocchio».
Vuol dire che i greci possono contare su Franà§ois Hollande per allentare la morsa dell’austerità ?
«Sì, non solo i greci, ma gli spagnoli e tutti i paesi europei che oggi sono vittime di queste politiche di austerità di corte vedute, imposte dal sistema bancario e dai mercati finanziari».
Sta dicendo che si potrebbe rinegoziare il piano di finanziamento?
«Non è quello che ho detto. In materia diplomatica e di negoziato le parole hanno molta importanza. C’è un punto di partenza: Angela Merkel non vuole ridiscutere il “fiscal compact”, ma è al tempo stesso d’accordo per dire che bisogna fare qualcos’altro. Dice lei stessa, adesso, che bisogna imboccare una dinamica di crescita e uscire dalla strade battute».
Un attimo. Da una parte, c’è il fiscal compact, dall’altra, l’accordo tra i greci, l’Europa e l’Fmi: su questo punto voi dite che bisognerà rinegoziare, che i greci non possono sopportare cosi tanta austerità ?
«È possibile continuare così con la Grecia? Vogliamo che la Grecia esca dall’euro? La risposta è no, dunque bisogna cambiare qualcosa. Franà§ois Hollande è stato eletto sulla base di un impegno per avere altre regole del gioco: la possibilità che la Bce presti direttamente agli Stati, anziché alle banche, gli eurobond, cioè una certa mutualizzazione dei debiti, senza rimettere in discussione il rigore, ma senza precipitare nell’austerità . Infine, bisogna mobilitare i fondi strutturali europei per fare una politica di crescita».
Come si fa per chiedere meno sforzi ai greci? Ci sono banche europee, secondo Les Echos, esposte per 380 miliardi di euro, l’insieme dell’eurozona è coinvolta.
«E l’evasione fiscale? In Grecia è di 100 miliardi. Chi ha preso in carico la questione dell’evasione? Nessuno».
I greci sono trattati troppo severamente, è questo che sta dicendo?
«Devono fare sforzi, ne hanno fatti molti, hanno lasciato andare alla deriva il loro paese. Era necessario ristabilire un certo numero di cose, ma oggi l’Europa deve aiutarli a uscire fuori dal tunnel, dando loro mezzi controllati per rilanciare la loro attività economica».
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