«L’Europa ci guarda, ora la crescita»

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Oggi Hollande sarà  a fianco di Nicolas Sarkozy per le celebrazioni della capitolazione tedesca e della sconfitta del nazismo all’Arco di trionfo. Una delle ultime mosse politiche del presidente uscente, che ieri ha ribadito di voler «voltare pagina», cioè di abbandonare la politica dopo la sconfitta.
La prima decisione del nuovo presidente sarà  simbolica: una riduzione del 30% dello stipendio per il presidente e i ministri (Hollande guadagnerà  13.532 euro al mese). I primi passi saranno internazionali, con un’agenda molto piena: viaggio a Berlino appena avrà  assunto la funzione (il passaggio dei poteri è il 15 maggio), visita negli Stati uniti, con un incontro bilaterale con Obama prima del G8 di Camp David e del vertice della Nato a Chicago, Consiglio europeo a Bruxelles del 28 e 29 giugno. In Europa, Hollande ha intenzione di agire in fretta, anche per evitare l’incertezza che genera disordine nei mercati finanziari. Ieri, intanto, la Francia ha preso a prestito 8 miliardi e i tassi di interesse sono rimasti invariati, mentre la Borsa era in rialzo. Appena eletto, Hollande ha precisato: «L’Europa ci guarda e nel momento in cui i risultati sono stati proclamati, sono sicuro che in molti paesi europei c’è stato un sollievo, una speranza, l’idea che finalmente l’austerità  poteva non più essere una fatalità ». 
Il neo-presidente ha già  riunito i suoi, per decidere sulle prime nomine, lo staff all’Eliseo e il governo provvisorio, che dovrà  gestire la battaglia delle legislative, del 10 e 17 giugno. La destra, che cerca di mascherare la ferita profonda della sconfitta, è già  partita all’attacco. Per prima, la portavoce del candidato Sarkozy, Nathalie Kosciusko-Morizet, ha già  invitato gli elettori a non dare ai socialisti tutti i poteri: hanno già  l’Eliseo, il Senato, le Regioni e la maggioranza dei comuni, non bisogna che abbiano la maggioranza anche all’Assemblea. 
Ma Hollande ha già  un programma per il dopo 17 giugno: le prime riforme riguarderanno l’occupazione, riceverà  i sindacati per un conferenza nazionale sulla crescita e sul lavoro, per trovare soluzioni per combattere una disoccupazione che è al 9,7%. Verrà  varato il «contratto di generazione», che permetterà  sgravi per le aziende che assumono un giovane senza licenziare un anziano, che assumerà  ruolo di tutor. Ci saranno 150mila «contratti d’avvenire», in particolare per le banlieues e le zone più sfavorite, verrà  messa fine (fatta esclusione per la piccola e media impresa) agli sgravi fiscali sugli straordinari (era «il lavorare di più per guadagnare di più» di Sarkozy, che non si è rivelato efficace), lo Smic (salario minimo) aumenterà  un po’, i prezzi della benzina verranno bloccati per tre mesi, gli affitti nelle zone sensibili saranno inquadrati, i libretti di risparmio popolare aumenteranno il tetto per poter finanziare progetti, tornerà  la pensione a 60 per chi ha cominciato a lavorare a 18 anni e ha più di 41 anni di contributi. Già  dall’estate sarà  in preparazione una grande legge sulla scuola, la grande priorità  di Hollande, insieme al futuro dei giovani. Ci saranno 60mila assunzioni nella scuola, per rimediare ai tagli brutali di Sarkozy. Ma per fare tutto ciò il Ps deve vincere le legislative. I Verdi si sono dichiarati «pronti» ad entrare nel prossimo governo. Non si sa cosa farà  il Pcf, mentre il Parti de gauche di Mélenchon rimarrà  fuori (solo l’80% degli elettori del Front de gauche ha votato per Hollande al ballottaggio).
La battaglia per le politiche non sarà  facile, il 55% degli elettori di Hollande ha dichiarato di averlo scelto «per battere Sarkozy» e solo il 45% perché «aveva voglia che fosse presidente». Solo il 26% pensa che con Hollande all’Eliseo la situazione migliorerà , il 46% ritiene che peggiorerà  e il 28% che rimarrà  la stessa. Di fronte, Hollande avrà  un’opposizione in pieno subbuglio. Già  ieri, dalla Destra popolare, l’ala più a destra dell’Ump, si sono levate le prime voci a favore di un’alleanza con il Fronte nazionale. 
La prova del nove arriverà  presto, la sera del 10 giugno, con i risultati del primo turno: cosa farà  l’Ump se il candidato del Fronte nazionale potrà  essere presente al secondo turno? Il 70% degli elettori dell’Ump chiedono un accordo di desistenza con l’estrema destra, per battere la sinistra (lo chiede il 68% del Fronte nazionale). Più del 50% degli elettori di Marine Le Pen ha votato per Sarkozy, malgrado l’invito all’astensione della leader dell’Fn. Ma altre voci, minoritarie, si sono levate per denunciare la scelta perdente di Sarkozy, che ha sposato i temi estremisti. Gli elettori di Bayrou hanno seguito solo in parte l’indicazione del leader del MoDem, che ha scelto di votare Hollande per ragioni morali. Hollande rischia di avere di fronte una destra radicalizzata, dove si congiungono gli arroccamenti sui temi di società  (immigrazione) e la sfida su quelli economici (partito anti-tasse).


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