Franà§ois Bayrou: «Io voto Hollande»

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Ma ieri sera, il centrista Franà§ois Bayrou, pur avendo deciso di non dare indicazioni di voto, ha dichiarato che «a titolo personale» voterà  per Hollande, accusando Sarkozy per l’estremismo delle prese di posizione tra i due turni (favore dell’estrema destra). Nel MoDem, già  l’ex ministro Philippe Douste-Blazy aveva affermato che «non voterà  Sarkozy», mentre una quarantina di membri del MoDem hanno scelto pubblicamente Hollande.
Il giorno dopo, i giudizi sono unanimi, sul dibattito tra cabndidati: Franà§ois Hollande se l’è cavata bene nel dibattito con Nicolas Sarkozy che è stato visto da quasi 18 milioni di persone, il presidente uscente non è riuscito a «ribaltare il tavolo», a «disintegrare» l’avversario, come aveva promesso. A sinistra, c’è sollievo. Per Martine Aubry, segretaria del Ps, «la Francia ha trovato il suo presidente in Franà§ois Hollande». Laurent Fabius, ex primo ministro socialista, cita Lacan: «Cos’è il reale? È quando ci si batte. Sarkozy ha conosciuto il reale» mercoledì sera, durante le quasi tre ore di dibattito. Per Jean-Luc Mélenchon, che stasera tiene un ultimo comizio in place Stalingrad a Parigi, «è una necessità  di salute pubblica che Sarkozy se ne vada». Per il leader del Front de Gauche, che sta trattando con il Ps in vista della presentazione di una candidatura unica per le legislative di giugno nelle circoscrizioni dove la sinistra rischia di non essere al secondo turno, Sarkozy «ha fatto un calcolo strategico spaventoso riprendendo gli argomenti di bassa propaganda» dell’estrema destra, in particolare sull’immigrazione. 
Marine Le Pen afferma che «sull’atteggiamento, Hollande se l’è cavata meglio» e prevede «l’implosione dell’Ump» dopo la sconfitta. Ieri, il ministro della difesa, Gérard Longuet, ha fatto marcia indietro sull’apertura al Fronte nazionale della vigilia. Jean-Franà§ois Copé, segretario dell’Ump, malgrado posizioni molto a destra, ha affermato che non ci saranno accordi elettorali con l’estrema destra. L’ala moderata dell’Ump si è indignata della svolta estremista di Sarkozy nell’ultima dirittura d’arrivo della campagna. 
A destra, i commenti sono tutti identici, da Sarkozy stesso, fino a Fillon o Guéant, ministro degli interni: Hollande è stato «arrogante». «Altero e disdegnoso» per il primo ministro, mentre il presidente uscente sostiene: «So che c’è dell’aggressività  in Hollande». Il molle flanby (soprannome che gli è stato dato da tempo dai suoi rivali socialisti, dal nome di un dolce per bambini molle e zuccheroso) si è trasformato in macho, è riuscito a spiazzare il combattente Sarkozy. 
Ieri sera, a tre giorni dal voto, ci sono stati gli ultimi comizi, a Tolosa, la città  rosa, per Hollande, a Tolone, la città  vicina al Fronte nazionale, per Sarkozy, che non ha vuto remore a puntare a destra tutta. Oggi ci saranno gli ultimi incontri con gli elettori. Intanto, l’ex primo ministro libico, al-Baghdadi al-Mamoudi, in stato di fermo in Tunisia, ha confermato che Sarkozy avrebbe ricevuto dei soldi da Gheddafi per la campagna del 2007, informazione diffusa dal sito Mediapart, contro il quale il presidente ha sporto denuncia (e Mediapart lo ha a sua volta denunciato). Per Sarkozy si tratta solo di «infamie».
In tv, con le quasi tre ore di dibattito a reti unificate tra le due reti ammiraglie – France 2 per il servizio pubblico, Tf1 per il privato – Hollande ha parlato del suo programma, riassumendone i punti principali. L’unica novità  è una presa di distanza ulteriore sull’accordo con Europa Ecologia (sul nucleare, dove ha confermato la chiusura di una sola centrale, Fessenheim) e la proposta di un possibile referendum sul voto degli extracomunitari alle elezioni locali, se la legge, che richiede una modifica costituzionale (quindi i tre quinti dei voti del Congresso, Assemblea e Senato uniti) non passerà  in parlamento. Sarkozy non è riuscito a liberarsi dal peso del «bilancio» – negativo – di cinque anni di presidenza. Praticamente, l’abile Sarkozy è caduto nella trappola del più freddo Hollande. I due contendenti si sono scontrati sulle cifre: della disoccupazione, dell’aumento del deficit, della crescita ecc. I due giornalisti, Laurence Ferrari per Tf1 e David Pujadas per France 2 – si sono limitati a controllare la durata degli interventi, per far rispettare l’esatta equità  del tempo di parola. Non avevano il diritto di intervenire, neppure per correggere le tante approssimazioni sulle cifre, in particolare da parte di Sarkozy. Uno degli insegnamenti della serata di mercoledi’ è che il «dibattito», organizzato in questo modo, ha fatto il suo tempo. Oppure che la televisione è ormai relegata a trasmettere solo immagini e poco contenuto: i commenti sono stati una valanga su Internet e le reti sociali, gli internauti hanno corretto gli errori sulle cifre, si sono interessati a scovare le imprecisioni nel dibattito sul fondo dei problemi.


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