Vendite auto, Fiat perde meno del mercato

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TORINO – Questa volta la Fiat perde meno del mercato e riconquista quote in Italia superando la soglia del 31 per cento. Un rimbalzo in parte atteso dopo la fine dell’effetto bisarche, lo sciopero dei camionisti che aveva bloccato le consegne a marzo facendo perdere al Lingotto, secondo i dati forniti dall’azienda, circa 12mila vendite. Evidentemente recuperate in aprile. Comunque una buona notizia che si somma a quelle provenienti dalla sponda americana dove Chrysler sale del 20 per cento rispetto all’aprile del 2011 e supera le 141mila consegne attestandosi all’11 per cento del mercato Usa dietro Gm, Ford, Toyota. Oltre all’Europa, il punto debole dell’impero Agnelli continua ad essere l’Asia. Ieri il Lingotto ha annunciato una revisione dell’accordo con lo storico partner indiano Ratan Tata: nel subcontinente le reti commerciali delle due società  saranno divise.
Il mercato di aprile conferma le difficoltà  del quadro economico italiano. Il crollo sul mese di aprile del 2011 è del 18 per cento. «Con questo trend – dicono gli esperti del Centro Studi Promotor – a fine 2012 il mercato italiano chiuderà  a 1.465.000 auto», un livello che non si vedeva dal 1983. Un livello allarmante che spinge Federauto, l’associazione dei concessionari, a chiedere interventi urgenti per il settore mentre l’Unrae, l’associazione dei costruttori stranieri, sottolinea che dall’inizio dell’anno il crollo del mercato italiano ha già  tolto 900 milioni di Iva alle casse dello Stato. In questo contesto la Fiat perde, rispetto ad aprile 2011, l’11,7 per cento e guadagna così il 31,4 per cento di quota di mercato, in netta risalita rispetto al mese scorso. Nella top ten dei modelli più venduti i marchi di Torino ne piazzano cinque. Panda e Punto guidano la classifica. Da segnalare in aprile la battuta d’arresto dei tedeschi di Volkswagen che come gruppo perdono il 21 per cento, più del mercato, e rimangono al secondo posto tra i costruttori, insidiati però da vicino dai francesi di Psa.
Nella mattinata di ieri Fiat e Tata hanno annunciato la separazione delle reti commerciali. Non un divorzio ma un segnale di progressivo allontanamento. In occasione della recente assemblea degli azionisti lo stesso Tata è uscito dal consiglio di amministrazione del Lingotto. Le due società  hanno confermato la produzione comune di modelli negli stabilimenti indiani ma è chiaro che la scelta di dividere le reti commerciali è un segnale forte. Da tempo Marchionne lamentava problemi con i concessionari Tata in India, più propensi a promuovere il marchio nazionale che a vendere quello italiano. Ma sullo sfondo c’è anche il rinsaldarsi dell’alleanza con i giapponesi di Suzuki che nel subcontinente indiano sono leader con Maruti, diretta concorrente di Tata. Per ora Suzuki riceve dalla joint venture Fiat-Tata i motori diesel che aveva chiesto invano nei mesi scorsi al socio tedesco Volkswagen. La commessa di motori Fiat aveva fatto infuriare i tedeschi. Ma è ancora presto per annunciare un cambio di campo dei giapponesi e una conseguente rottura di Fiat con Tata per abbracciare Maruti.


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