Prima il licenziamento, poi lo sfratto si uccide portiere di condominio

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NAPOLI – Una maledetta catena di eventi. Prima la lettera di licenziamento, poi il pignoramento della casa e il rischio incombente dello sfratto. Il dolore per la morte della madre. Eventi insostenibili per Giovanni Caccavale, custode cinquantaseienne di uno stabile nel centro di Napoli. Che subito dopo il sopralluogo del curatore fallimentare per il pignoramento si uccide impiccandosi al soppalco del suo soggiorno. L’uomo, divorziato, prima di togliersi la vita telefona al figlio e gli dice: «Dì a tua madre che non posso più passarle l’assegno».

Il magistrato ha disposto l’autopsia sul corpo del custode, anche se è chiaro quanto è accaduto nell’appartamento al piano terra dello stabile in corso Garibaldi 196. Caccavale si è tolto la vita venerdì sera, dopo aver chiuso la portineria. Ma la scoperta è stata fatta soltanto ieri mattina, quando i condomini hanno lanciato l’allarme perché l’uomo non aveva aperto la portineria. La polizia ricostruisce quella maledetta catena di eventi. Dicono quelli che lo conoscevano: «Da quando aveva saputo di dover lasciare il lavoro era molto angosciato e depresso». Ottobre 2011: Caccavale, portiere dal 2004, riceve la lettera di licenziamento per «problemi economici del condominio». Un palazzo dove l’ottanta per cento dei residenti è moroso, non paga le quote. L’uomo ha un anno di tempo: fino all’ottobre 2012 continuerà  a prendere lo stipendio di mille euro. Anche quello è poco. Deve dare ogni mese trecento euro alla moglie ed è quindi costretto a chiedere l’aiuto della madre pensionata. Così si rivolge a un avvocato per opporsi al licenziamento. Va ancora peggio quando a gennaio la madre muore.

Venerdì cade la goccia che fa traboccare il vaso della disperazione. In portineria si presenta il curatore fallimentare con il perito per i calcoli del valore dell’appartamento del custode. La proprietà  è di una società  immobiliare fallita. Dunque il custode rischia lo sfratto. Lui chiude la portineria, va a casa e si impicca.


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