Uccisi durante la preghiera Domenica di sangue in Africa

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La follia integralista si è scatenata contro i cristiani ieri in Nigeria e in Kenya. A Kano, nel nord del Paese dell’Africa occidentale, i militanti islamici probabilmente di Boko Haram hanno attaccato, all’interno di un campus universitario, un teatro all’aperto dove si stava svolgendo la funzione domenicale: i morti sono almeno 22. Altro attacco a Maiduguri, nel nord-est del Paese: qui uomini armati hanno ucciso almeno cinque persone riunite in una chiesa, compreso il sacerdote che diceva messa. A Nairobi, un terrorista, probabilmente somalo, ha lanciato una granata, in una chiesa dove stava per cominciare la funzione domenicale provocando un morto. I feriti sono decine. 
Coordinato e ben pianificato il primo attacco. Un gruppo di miliziani in motocicletta ha superato i cancelli dell’Università  di Bayero, a Kano. I terroristi si sono avvicinati al teatro all’aperto dove la domenica i cristiani cantano inni sacri prima e dopo la messa. La maggioranza della comunità  degli universitari è comunque musulmana, per cui nel campus c’è anche una moschea. I centauri, circondata l’arena, hanno lanciato almeno tre granate artigianali, lattine di bibite imbottite di esplosivo, provocando le prime vittime, sei, ha raccontato un reporter della France Presse. A quel punto sono entrati in azione i complici arrivati ai cancelli del campus in auto: imbracciati i mitra hanno falciato i fedeli che scappavano. Ma non era ancora finita. I terroristi in ritirata hanno attaccato i cristiani presenti a un’altra cerimonia al complesso sportivo del campo: anche lì hanno ucciso alcuni fedeli in preghiera. Il bilancio di 22 morti rischia di essere provvisorio perché i feriti erano dispersi dappertutto, anche sul retro delle palazzine dell’università .
Appare chiaro che l’attentato è da attribuirsi a Boko Haram, ma non c’è finora stata alcuna rivendicazione. Boko Haram significa, in lingua hausa, «l’educazione occidentale è peccato». Attaccando l’università  i terroristi non hanno colpito solo la cristianità , ma anche l’istruzione moderna.
«Anche noi musulmani abbiamo paura — spiega un giornalista che vuol restare anonimo —. Quell’università  non è cristiana. Hanno colpito anche studenti musulmani, rei comunque di studiare in un centro laico».
Poche ora prima a Nairobi, in Kenya, è stato attaccato un tempio della Chiesa Internazionale Casa di Dio dei Miracoli. Uno dei fedeli è morto. Il numero totale dei feriti è almeno 26: sei sono gravi e quattro moribondi. L’attacco è avvenuto dopo che nei giorni scorsi l’ambasciata americana ha lanciato un avviso: «Probabili attentati nella capitale keniota». Da mesi tra gli obiettivi dei terroristi viene indicato l’International House, un grattacielo nel centro di Nairobi che ospita tra l’altro l’ambasciata italiana. Più volte, da anni, è stata richiamata la necessità  di trovare una sede meno esposta, ma finora le autorità  italiane non hanno preso decisioni. Ieri il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha detto di essere «sconvolto dai barbari attentati». La città  è stata oggetto di numerosi attacchi, mai rivendicati, in seguito all’invasione di truppe keniote in Somalia nell’ottobre scorso. Gli shebab, gli islamici che operano nell’ex colonia italiana fedeli ad Al Qaeda, hanno lanciato numerose minacce.
I rapporti tra Boko Haram, Shebab, Aqim (Al Qaeda nel Maghreb Islamico), Ansar Dine (tuareg, Difensori dell’Islam) e Mujao (movimento per l’Unicità  della Jihad in Africa Occidentale) e, insomma, tutti i gruppuscoli dell’arcipelago del terrorismo islamico in Africa, si sono fatti sempre più stretti. Miliziani somali e nigeriani sono stati segnalati in Mali tra le truppe di Ansar Dine, mentre maliani di Aqim e nigeriani di Boko Haram, sono scesi a Mogadiscio per combattere assieme agli shebab. Tra loro ci sono differenze ideologiche e di interpretazione religiosa (i Boko Haram, per esempio, odiano il modernismo e non portano orologi al polso, mentre quelli di Aqim lo portano a destra per evitare di imitare gli occidentali), ma tutto sommato il loro spirito si può condensare in una frase contenuta in un documento firmato da tutti: «Per noi il nemico è uno solo: i crociati».


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