Politiche sociali, ”servono 1,5 miliardi per ripartire”. Le regioni pressano il governo

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Non si puo’ azzerare l’intervento sociale da parte dello Stato, peraltro previsto dalla legge, perche’ gli enti locali non riuscirebbero piu’ a garantire nemmeno il livello minimo dei servizi”.

Forte di questa preoccupazione, il governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha scritto al Governo chiedendo “un forte impegno istituzionale per difendere i diritti dei piu’ deboli, con particolare riferimento a bambini e anziani”. La proposta delle regioni si traduce in un riassetto dei servizi sociali, puntando su infanzia, non autosufficienza, lotta a poverta’, emergenza abitativa e disagio. “Per ripartire – scrivono le regioni in un documento condiviso sul welfare – il sistema sociale ha bisogno di almeno 1,5 miliardi. Considerando il triennio 2013-2015, il Fondo nazionale delle Politiche sociali dovrebbe ammontare a complessivi 2,4 miliardi: uno per il 2013, 800 milioni per il 2014 e 600 milioni per il 2015”. Sulle politiche sociali, invocano dunque le Regioni, serve un’iniezione di fondi, con “l’impegno, alla fine del triennio, di riportare le politiche sociali allo 0,5% di Pil, come erano nel 2009, con un lieve incremento dello 0,25%”.

Le risorse economiche per fare questo, suggeriscono ancora la Regioni, “potranno essere reperite anche attraverso alcune specifiche entrate: dal ripristino delle somme destinate alla politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell’eta’ pensionistica delle donne; dalla lotta all’evasione fiscale, di cui almeno un 5% potrebbe essere dedicato alla fascia della poverta’; dalle entrate del gioco; da risparmi derivati dalle spese per gli armamenti; dalla revisione di alcune misure assistenziali come previsto dal decreto ‘Salva Italia’, che prevede anche la modifica dell’Isee”. (DIRE)

 

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