Resistere alla crisi

Loading

MILANO – Sarà  interessante come sempre tastare il polso della piazza più importante d’Italia per capire cosa si sta muovendo e verso quale direzione. Sempre che qualcosa si stia muovendo. E non è detto.
Il 25 aprile Milano è di chi se la prende, non è una manifestazione che si possa preparare a tavolino. La resistenza è qui e ora, la memoria c’entra ma si guarda sempre avanti. Raramente è stata una giornata di calma piatta, politicamente parlando.
Si tratta della «prima» assoluta del sindaco Giuliano Pisapia, vuol dire che quest’anno, dopo un secolo, la sinistra gioca in casa ed è già  una bella sensazione, anche ascoltare un Ignazio La Russa solo soletto che farfuglia cose di nessuna importanza. Ma non basta, o meglio, sarebbe un’occasione sprecata «usare» il 67esimo anno dalla Liberazione solo per specchiarsi un po’ più rilassati e meno incarogniti di quando governavano «loro».
Con chi sta questa piazza? Avrà  qualcosa da dire al governo dei ricchi tecnocrati che sta calpestando i diritti delle persone? Questo è il punto e non si può prescindere dalla presenza di Susanna Camusso sul palco di piazza Duomo, la segretaria generale della Cgil che non a caso torna a Milano per prendere la parola nel luogo simbolo di tutte le resistenze. Sicuramente, reso il dovuto omaggio alla festa dei partigiani e delle donne e degli uomini liberi, Camusso avrà  qualcosa da dire anche alla coppia Monti & Fornero e alla filosofia del sacrificio (dei poveri cristi) per salvare questa Italia. Il lavoro e la crisi sono i temi di questo 25 aprile. La sintonia con la piazza dirà  se ci saranno margini per tentare di innescare una qualche resistenza diffusa che non si risolva solo nello sciopero generale della Cgil. E il Pd farebbe bene a drizzare le antenne.
Altrimenti, questo 25 aprile milanese potrebbe passare alla storia per la polemica piuttosto superflua sulla chiusura dei negozi nei giorni festivi. I sindacati del commercio (Filcams, Fisascat e Uiltucs), con il supporto convinto del sindaco Giuliano Pisapia, hanno indetto uno sciopero per protestare contro i negozianti e le grandi catene che non hanno nessuna intenzione di rinunciare agli incassi per festeggiare la Liberazione. «Si salvaguardino i diritti dei lavoratori e anche dei piccoli esercizi commerciali – spiega Onorio Rosati, segretario della Camera del Lavoro di Milano – è bizzarro che i lavoratori del commercio per poter partecipare alle manifestazioni per il 25 aprile debbano rinunciare a una giornata di lavoro». Il dibattito, non fondamentale, è aperto. In alternativa, le cronache potrebbero anche concentrarsi sulle probabili contestazioni al presidente delle Provincia di Milano che prenderà  la parola sul palco, dopo aver percorso il corteo con la Brigata ebraica. Sono soliti fischi di rito ma meritati a un politico di basso profilo noto soprattutto per aver generosamente patrocinato alcune iniziative di estrema destra (quasi tutte annullate, perché Milano è sempre off-limit per i fascisti).
Qualche pagliacciata coperta dal centrodestra locale, per esempio, è prevista per il prossimo 29 aprile e le opposizioni in Provincia hanno già  chiesto a prefetto e questore «un intervento urgente per vietare qualsiasi manifestazione in cui possano ancora sventolare per le vie di Milano bandiere con la croce celtica o la svastica». Per quel giorno la Camera del Lavoro ha già  convocato un presidio di protesta (aderisce il Prc).
Altre contestazioni potrebbero complicare la comprensione della piazza, perché il giochino «chi fischia chi» è sempre in agguato per rovinare la festa. Ci sarà  qualche bandiera No Tav, per esempio, e un po’ di curiosità  morbosetta sulle eventuali «azioni» del centro sociale Il Cantiere che – senza eccessi – polemizza con l’Anpi perché invita il presidente della Provincia Podestà  a parlare sul palco e perché non sosterrebbe le lotte dei No Tav, anzi…
Le decine di migliaia di persone che nulla sanno di tutto questo si ritrovano come sempre alle 14,30 in Porta Venezia. Perché qui, il 25 aprile, si sta sempre bene.


Related Articles

Renzi. Sconto alla rovescia

Loading

Governo. Renzi si regala mille giorni e assolve i precedenti sei mesi di promesse: «Abbiamo rispettato tutto». La «rivoluzione» è un sito internet per lanciare una campagna di comunicazione istituzionale

I figli, gli ebrei e Hitler. La gaffe del Cavaliere

Loading

 Le Comunità: paragone offensivo. L’ex premier: polemica strumentale, io amico di Israele

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment