Mélenchon difende il primo maggio

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Il candidato del Front de gauche, parlando dal suo quartier generale alla periferia Nord di Parigi, precisa anche che l’impegno «senza condizioni» garantito a caldo domenica notte contro Sarkozy in vista del secondo turno non è l’avvio di un’alleanza vera e propria con Hollande ma solo il tentativo di sbarrare per sempre la strada dell’Eliseo al presidente uscente: «La scheda (elettorale) con scritto Hollande la useremo solo momentaneamente, per sbarrare la strada all’estrema destra di Sarkozy».
La sinistra anche se non ha trionfato come stimato da alcuni sondaggi prima del voto, ha raggiunto comunque un risultato storico. Con l’11,1% dei consensi, pari a 3,9 milioni di voti, Mélenchon è l’unico candidato sostenuto dai comunisti ad arrivare a doppia cifra al primo turno dai tempi di Marchais trent’anni fa. In particolare ha surclassato la candidatura di Buffet del Pcf nel 2007 (prese l’1,9%). 
Nella “consueta” lotta a sinistra, il Fronte ha messo nell’angolo sia i trotzkisti di Lotte Ouvriere che gli anticapitalisti di Potou. Confermando l’egemonia dell’area a sinistra del Ps e l’attuale marginalità  degli ambientalisti guidati da Eva Joly, che pure venivano dal trionfo di Europa Ecologia alle ultime europee (e hanno votato in massa per Hollande). In tutto, comunque, un altro 4% che porta tutta l’area della sinistra oltre il 15%, un raddoppio secco dei voti di cinque anni fa (erano fermi all’8,5%). Se la stella di Le Pen fa tremare tutto il continente, la sinistra transalpina può guardare alle politiche di giugno con fiducia.


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