Asta delle frequenze tv l’ira di Mediaset Monti difende la scelta

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ROMA — Il momento della verità  è fissato alla Camera per stamattina. Alle 10 inizia la prima chiama per il voto di fiducia sulle Semplificazioni fiscali, il decreto legge al quale è stato agganciato l’emendamento del governo che cancella il beauty contest, cioè l’assegnazione gratuita delle frequenze tv, sostituendolo con il meccanismo dell’asta. «Voteremo senza dubbio sì», assicura Paolo Romani, l’ex ministro che aveva la delega alle Comunicazioni nell’ultimo governo Berlusconi. Era stato proprio Romani, dopo aver detto a caldo che il Pdl «per senso di responsabilità  non farà  opposizione», a lanciare accuse pesanti al governo Monti. Aveva parlato di «vulnus politico», puntato il dito contro il suo successore al ministero, Corrado Passera, perché avrebbe «violato accordi presi col Pdl». E così ha acceso lo scontro nel giorno in cui Silvio Berlusconi ha cancellato l’incontro di oggi con Monti, che ha definito quella sull’asta tv una «decisione che appoggio e difendo».
La partita si gioca sul numero massimo di frequenze che può essere cumulato da un unico soggetto. L’emendamento Passera riprende una delibera dell’Autorità  per le comunicazioni del 2009 e le fissa a cinque. Ma nel frattempo le regole sono cambiate per il recepimento di una direttiva europea. Passera respinge ogni accusa: «I vincoli sono gli stessi previsti dalla procedura di beauty contest, non abbiamo mai avuto intenzione di modificarli, li abbiamo confermati: pensiamo che questa chiarificazione non impedisca a nessuno di partecipare alla gara». Secca la risposta di Romani: «Studi meglio le carte». E a rincarare la dose è direttamente Mediaset, che aveva già  presentato ricorso al Tar contro la decisione presa a gennaio di sospendere il beauty contest. Il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi parla di «strano stop» anche se «non c’è la necessità  di uno spazio (di frequenze, ndr) pronti via» cioè nell’immediato. «Passera ha sbagliato, non so se parteciperemo all’asta», aggiunge il presidente Fedele Confalonieri, nel giorno in cui parla pure di Emilio Fede, «giornalista fazioso ma trasparente» aggiungendo che dopo il cambio alla direzione, il Tg4 «sta andando molto bene».
Cosa c’è dietro lo scontro? Il pd Vincenzo Vita la vede così: «Volendo pensare male, e magari facendo pure peccato, dal punto di vista del Pdl potrebbe essere un modo per mettere pressione sul rinnovo dei vertici dell’Agcom, l’autorità  garante delle comunicazioni. O puntare su una base d’asta particolarmente bassa». Ma dal Pdl Maurizio Gasparri insiste, parlando di «legge vendetta» che «crea un danno al settore e potrebbe azzerare gli incassi per lo Stato». Gli ultimi nodi saranno sciolti oggi.
Il governo ha messo la fiducia sul testo uscito dalla commissione Finanze, dopo modifiche chieste dalla Ragioneria generale dello Stato. Tra queste una restringe la strada dell’agevolazione sull’Imu per la prima casa che i Comuni possono concedere agli anziani ricoverati in ospizio. Saranno gli stessi Comuni a dover trovare i soldi per finanziare lo sconto. E di questi tempi non sarà  certo facile: il presidente dell’Anci Graziano Delrio ripete che sull’Imu è «stato fatto un pasticcio» e annuncia una manifestazione sulle difficoltà  degli enti locali per il 24 maggio a Venezia.


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