Morosini si accascia tre volte, poi muore

Loading

Tre volte Piermario è caduto sul prato. Ha tentato di rialzarsi, fiero come sempre, orgoglioso della maglia che indossava da appena due mesi e mezzo. Forse neppure lui ha avuto la percezione di che cosa gli stava accadendo, in quello stadio, davanti a migliaia di spettatori, durante una partita di calcio, lo sport che da sempre amava di più. È crollato a terra dopo 31 minuti di gioco. E poco più di un’ora dopo Piermario Morosini, 25 anni, bergamasco, centrocampista del Livorno, è morto senza riprendere conoscenza al pronto soccorso dell’ospedale di Pescara.
«Arresto cardiocircolatorio», le due parole che provvisoriamente i medici hanno scritto nell’ultimo referto, non spiegano la tragedia. Infarto? Emorragia cerebrale? Rottura dell’aorta? «Tutte ipotesi possibili, ma solo un’eventuale autopsia (poi prevista tra oggi e domani, ndr) potrà  spiegarci che cosa sia accaduto a quel ragazzo», spiega Leonardo Paloscia, primario del reparto di cardiologia dell’ospedale che ieri era allo stadio ed è stato tra i primi a soccorrere il giocatore. Il professor Paloscia ha tentato di tutto per strappare alla morte il calciatore. «All’ospedale gli abbiamo applicato un pacemaker — racconta —, lo abbiamo ventilato, praticato per più di un’ora il massaggio cardiaco. Mai il cuore ha accennato a riprendersi. Neppure un battito». Poco prima delle 17 i medici sono usciti dalla porta di terapia intensiva e hanno annunciato la morte del calciatore. Nella saletta d’aspetto la disperazione dei compagni di squadra. E con loro i tifosi, livornesi e pescaresi, con in mano ancora bandiere e striscioni. 
«Morosini era un ragazzo sano, un atleta, un ragazzo straordinario — dicono i medici e i dirigenti delle squadre (tra queste Udinese, Vicenza e Livorno) dove aveva giocato —. E soprattutto controllato, come ogni atleta professionista».
Ieri Piermario stava benissimo ed era stato schierato titolare, a centrocampo, come sempre. «Nessun segnale premonitore, nessun sintomo. Era sereno, tranquillo, in forma», ha spiegato il medico sociale del Livorno Manlio Porcellini. E nella prima mezz’ora di gioco, proprio Morosini aveva contribuito a far segnare due gol alla sua squadra che stava vincendo. 
L’azione della tragedia, pochi attimi che resteranno impressi per sempre nel libro nero del calcio mondiale (ieri molti giornali internazionali hanno dato la notizia di quella morte in diretta) è strana e incongrua. Morosini corre, senza palla, verso la sua area per arginare un attacco avversario. Cade per la prima volta, si rialza ma crolla ancora. Tenta di rimettersi in piedi per l’ultima volta ma le gambe si piegano e il corpo si allunga sul campo in una posizione anomala. Vicino a lui c’è il compagno Pasquale Schiattarella. Capisce subito. «Ferma il gioco», grida all’arbitro. Chiede, disperato, aiuti alla panchina mentre cerca di dare una mano a Piermario. Poi scoppia in un pianto premonitore. Lo stadio rumoreggia per qualche minuto. Poi il silenzio. Tutti hanno capito. Il defibrillatore è accanto alla panchina e viene impiegato quasi subito. Massaggio cardiaco, ventilazione assistita, brividi e lacrime mentre, sugli spalti, una signora non regge alla scena, sviene e finisce all’ospedale. 
L’ambulanza, bloccata da un’auto dei vigili urbani lasciata in sosta dove probabilmente non doveva stare, arriva con alcuni minuti di ritardo. Troppi. Mancano i barellieri e sono i calciatori del Pescara a trasportare l’atleta. Lo spettacolo non può andare avanti e l’arbitro decide la sospensione. Il pubblico applaude. «Forza Moro, forza», grida qualcuno mentre il suono della sirena dell’ambulanza si fa sempre più lontano.


Related Articles

Maroni sugli scontri con i no Tav «Hanno intenzione di uccidere»

Loading

Il ministro: bombe carta e molotov, serve fermezza Volano parole grosse attorno alla Tav. «Qualcuno ha intenzione di uccidere…» mette in guardia il ministro degli Interni, Roberto Maroni, alzando volutamente l’asticella di un allarme che da mesi ormai ha trasformato in un fortino, teatro di violenti scontri tra polizia e antagonisti, il cantiere di Chiomonte, in Val di Susa, là  dove dovrebbe essere aperta la galleria geognostica della Torino-Lione.

GUERRE & TERRORISMI. Un libro su il mercato della paura

Loading

NULL (da La Repubblica, MARTEDÌ, 21 MARZO 2006, Pagina 50 – Cultura) L´OSCENO VENTRE DEL TERRORE Un libro-inchiesta di bonini

Il terribile decennio che ha cambiato il mondo

Loading

MEMORIA «Gli anni Settanta» di Marco Grispigni, illustrato da Andrea Nicolò. Uno stile asciutto per raccontare un periodo di grandi trasformazioni sociali e politiche. Senza nostalgia o demonizzazioni

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment