Venezia e Marghera iniziano a tingersi di verde (non padano)

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I capitali destinati alla rinascita «verde» di Porto Marghera potrebbero corrispondere al 10% dei 10.707 milioni di euro degli investimenti complessivi previsti dal piano Strategico del Comune di Venezia: è questo il dato fornito da uno studio dalla Fondazione Gianni Pellicani di Mestre. Una previsione di buon auspicio che fa eco agli investimenti di aziende private che il presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, il 10 febbraio scorso – proprio in occasione della prima visita di Clini a Venezia – stimava intorno «a un paio miliardi di euro».
Dunque, una svolta «verde», ma d’un verde più chiaro di quello leghista. «L’accordo prevede», anticipa l’assessore all’Ambiente del comune di Venezia, Gianfranco Bettin, «la semplificazione delle procedure e la possibilità  di convertire in produzione industriale progetti innovativi oggi in fase di sperimentazione al parco scientifico tecnologico Vega». Un cambio di passo verso nuove forme di produzione sostenibile che l’intero Nord Est si prepara ad accogliere con la Notte Verde in programma il 5 maggio e che vedrà  protagoniste oltre Venezia, i 20 altri principali comuni del territorio. «La strada della green economy è una chiave» ha detto Enzo Rullani del Festival Città  Impresa che promuove la manifestazione, «per costruire un nuovo sviluppo».
Si tratta della più grande festa dell’economia sostenibile in Europa ed è in linea con l’idea emersa nel quinto summit di Copenaghen sul ruolo chiave delle città , «capaci di rilanciare soluzioni aggiornate», come ha auspicato al summit il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, «per confrontarsi con le sfide del cambiamento economico e sociale». Nel 2011 il Nord Est ha raddoppiato il numero di piccole imprese manifatturiere passate dal 28,3 al 57,3% secondo il rapporto di Green Italy. Ma è un’aria che rimane molto inquinata: Legambiente ha mostrato che a Vicenza il PM 10 raggiunge i 68 microgrammi su metrocubo giornaliero e il limite sopportabile dal nostro organismo è di 50 al giorno. Una sorte che accomuna, esclusa Belluno, tutti i sei capoluoghi del Veneto, con Venezia al quarto posto nella lista nera. «La Notte Verde è soprattutto un’occasione di autocritica per il Nordest», chiosa Gianfranco Bettin, «un passaggio obbligato per ripartire». Di certo è anche una riposta alla recessione che ha colpito l’area e all’elevato numeri di piccoli imprenditori che si sono tolti la vita, la «Spoon River» conta oggi più di 50 suicidi. L’ultimo si è consumato ieri ad Altivole (Treviso), dove si è tolto la vita l’imprenditore Paolo Tonin, di 53 anni. Ma martedì scorso aveva colpito quello di una operaia di 51 anni, a Grumolo delle Abbadesse (Vicenza): moglie di un impresario e madre di tre figli, si è impiccata all’alba sull’altalena del giardino di casa.


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