Carcere, la commissione Diritti umani del Senato: “Legalità  violata”

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ROMA – “Se si guarda alla legislazione sulla tossicodipendenza, sugli immigrati e sulla recidiva, si capisce che ci sono tre o quattro leggi che se fossero modificate potrebbero contribuire fortemente a cambiare la situazione nelle carceri italiane”. Così Pietro Marcenaro, presidente della Commissione Diritti umani del Senato in occasione della presentazione alla stampa, presso la sede della Fnsi, del “Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza e trattenimento per migranti”, un documento approvato con voto unanime dalla Commissione lo scorso 6 marzo. “Questo rapporto dice che viviamo in condizione di violazione della legalità  – ha spiegato Marcenaro -. La violazione dei diritti umani non è solo una violazione di principi etici, è una violazione di vere e proprie leggi. I diritti umani sono garantiti da leggi interne e da convenzioni internazionali che hanno forza e valore di legge”.

Un lavoro che fotografa la situazione all’interno degli istituti penitenziari italiani che ha visto lo scorso anno 63 detenuti suicidi su un totale di 186 persone decedute in carcere, con una situazione complessiva che vede a fine febbraio 66.632 detenuti in strutture che hanno una capienza di 45.742 posti e di cui solo 38.195 con una condanna definitiva. “Il sovraffollamento è la conseguenza di una visione della pena che ha dimenticato la priorità  di recuperare le persone – ha aggiunto Marcenaro -, e di offrire loro una nuova possibilità . La parola pena è oramai identificata con la parola carcere. Quando si parla di certezza della pena in realtà  si intende certezza del carcere, come se fosse la stessa cosa. E in questi anni c’è stata una legislazione che ha accentuato tutto questo”.

Il rapporto verrà  presentato al Senato il prossimo 17 aprile alla presenza del guardasigilli Paola Severino e per Marcenaro costituisce una “base analitica e conoscitiva” da cui partire per prendere “decisioni efficaci” e che “può permettere un lavoro un po’ più avanzato di quello realizzato in passato”. Un primo intervento, ha aggiunto Marcenaro, riguarda l’introduzione del reato di tortura. “I senatori della Commissione diritti umani del Senato hanno deciso di unificare i progetti di legge che avevano già  presentato per l’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano – ha spiegato -. Ci sono state molte resistenze, in particolare dopo i fatti di Genova. Oggi è ora che su questo si faccia un passo in avanti”. Un reato, ha specificato il presidente della Commissione, che non vuole “colpire le forze dell’ordine”, ma che serve a evitare che la tortura avvenga e “per difendere l’onore di chi nelle forze dell’ordine fa il proprio lavoro con serietà  e che non deve essere coinvolto”. (ga)

 

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