«Contro la precarietà , per un futuro di diritti e lavoro»
Nella calma surreale che congela il movimento sindacale mentre governo e Parlamento stanno per stravolgere le regole del mercato del lavoro (contratti, diritti, salari), la Fiom prova a mettere in comunicazione le diverse sensibilità di movimento che hanno a corrente alterna condiviso un percorso di mobilitazione insieme ai metalmeccanici e non solo. Un’assemblea nazionale «Contro vecchie e nuove precarietà . Per un futuro di diritti e lavoro» è stata convocata sabato a Bologna. L’appuntamento è in piazza Maggiore, nel Palazzo Re Enzo, salone del Podestà , dalle 10 alle 14.
«In nome delle politiche di austerity in tutta Europa si sta procedendo con la destrutturazione dei diritti, dei salari e del welfare – spiega il volantino di convocazione – offrendo al mercato la possibilità di fare profitto su tutto, dal lavoro all’istruzione, dalla sanità ai beni comuni. Mentre il mercato finanziario divora tutte le regole, nelle costituzioni europee viene introdotta la parità di bilancio. La democrazia è sempre più limitata, insieme alle libertà , perché il ricatto occupazionale e salariale rende le persone sempre più ricattabili e sempre meno autonome».
Qualcosa, socialmente, si è mosso. «Scioperi e manifestazioni in tutta Italia e in molte parti d’Europa parlano di un dissenso diffuso». Nonostante il bavaglio alle lotte in corso, con cui «viene imposta una “riforma” del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali che rende ancora più precario il lavoro e le sue condizioni», fino all’abolizione dell’art. 18.
«Così la precarietà , e quindi il ricatto e la concorrenza al ribasso tra lavoratrici e lavoratori, vengono estesi a tutto il lavoro dipendente affermando il pieno comando dell’impresa e rendendo l’incertezza la condizione permanente delle persone». La crisi «deve essere affrontata in modo completamente diverso. Innanzitutto dobbiamo impedire che la riforma, così come è oggi, raggiunga la fine dell’iter legislativo». E quindi l’invito a «delegate e delegati, giovani metalmeccanici/che, a riunirsi in assemblea aperta agli studenti, ai precari, ai disoccupati e inoccupati».
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