L’artigiano suicida con il gas «Troppi debiti con il Fisco»

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Lì ha parcheggiato e lì l’hanno ritrovato i carabinieri il giorno dopo, senza vita. Forse asfissiato dai gas di scarico con i quali avrebbe saturato l’abitacolo del mezzo dopo averlo collegato al tubo di scappamento. Certamente suicida. Si chiamava Francesco, aveva 27 anni, faceva l’artigiano. 
Non ha lasciato messaggi d’addio ma per chi lo conosceva bene non ci sono dubbi: l’ha fatto per i debiti. Una vera ossessione la sua: le rate di Equitalia, quelle dell’Agenzia delle entrate, l’impotenza a onorarle tutte dopo aver chiuso l’attività . Francesco girava il mondo ad arredare negozi e grandi magazzini di alta moda, da Gucci ad Harrods. New York, Londra, Parigi. Ha resistito fino allo scorso anno, quando è stato costretto a chiudere i battenti.
Tornato stabilmente al paesello, l’arredatore è ripartito dai boschi della Valtiberina, con un lavoro che ha sorpreso tutti: il taglialegna. Aveva preso a girare col trattore che guidava sulle pendici della collina di Caprese Michelangelo come un quad, la sua passione. Al punto che il titolare di una società  di erbe medicinali, dopo averlo visto, aveva pensato di offrigli un posto di addetto alla semina. L’appuntamento con la nuova ditta era per questa settimana, troppo lontano dai suoi neri pensieri. «Alla fine era rimasto troppo solo», ha raccontato papà  Odino al Corriere Fiorentino.
Il padre era il suo esempio severo e per questa ragione Francesco si era confidato solo con la madre e il fratello. «Quando non l’ho visto rientrare, lui che era sempre puntuale, mia moglie mi ha rivelato il suo problema e allora ho capito che non l’avrei più rivisto».
Nella sua agenda hanno trovato la lista delle scadenze. Martedì Francesco aveva un appuntamento ad Arezzo, da Equitalia, per definire il piano di rateizzazione di un debito di circa 40 mila euro. Sarebbero state una settantina di rate mensili da 600 euro. Doveva trattare con quelli dell’ufficio ma la somma era comunque quella e lui sapeva di non poter spuntare molto. Significava sei anni di rate. Deve aver visto un muro, considerato che già  l’anno scorso aveva dovuto risolvere un problema analogo con gli ispettori dell’Agenzia delle entrate. Altri 40 mila euro, altre rate, altre scadenze. Da una parte il suo vecchio lavoro che era venuto meno, dall’altra gli impegni sempre più pressanti. Una morsa che non è riuscito a evitare facendo il taglialegna e, di tanto in tanto, il cameriere. Avrà  pensato che lavorando nei boschi e sgambettando in pizzeria non avrebbe mai messo da parte abbastanza per saldare il suo conto con il Fisco.
Alla vigilia di Pasqua, un primo segnale era giunto al fratello. Francesco gli aveva chiesto 50 euro per comprare una corda. Una richiesta allarmante, vista con il senno di poi. Ma nessuno poteva immaginare cosa stava maturando nella testa di Francesco. Quei debiti erano diventati per lui una montagna più alta e più irta di quella Caprese dove saliva veloce con il trattore. Poi la solitudine, lo smarrimento, una nebbia improvvisa e la fine.


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