Dialetto, danze popolari e fondi pubblici l’utopia mangiasoldi della scuola padana

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MILANO – «Ricordare il passato. Pensare il presente. Progettare il futuro». La tripletta che scorre all’infinito sul sito della «Scuola Libera dei Popoli Padani», ha un sapore vagamente nostalgico, genere «Credere. Obbedire. Combattere». Ma è solo un’impressione. La scuola Bosina di Manuela Marrone, maestra elementare andata in baby pensione a 39 anni, seconda moglie del leader della Lega Umberto Bossi, innamorata dei bambini, è un’impresa di successo che in quattordici anni di storia ha moltiplicato i suoi iscritti e ogni mattina attira in via Stadio, a Varese, 320 ragazzi di ogni età , a partire dai piccini del nido fino ai ragazzi del liceo linguistico. È il territorio, «la tua terra», il principio cardine della Maria Montessori della Lega, che vuole «difendere, tutelare e valorizzare la cultura identitaria» e che per questo, insieme al latino e all’inglese, agli alunni insegna il dialetto varesino, le danze popolari, i proverbi; e in tavola, all’ora della mensa, mette bruscitt e polenta, cioè carne macinata secondo la ricetta lombarda.
I finanziamenti 
La scuola Bosina appare come un pozzo senza fondo. Dall’inchiesta sui soldi della Lega, emerge – tra intercettazioni e testimonianze davanti ai magistrati – che per far fronte alle spese della scuola, la società  finanziaria di via Bellerio, la «Pontidafin», ha stanziato un mutuo di un milione e mezzo. E che ogni anno viene elargito un contributo tra i 150 e i 200mila euro. Riassume Nadia Dagrada, la segretaria di Bossi: «Ho appreso da Belsito che nel 2010-2011 gli era stato chiesto da Manuela Marrone di accantonare, per cassa, una cifra di sostegno per la scuola bosina pari a circa 900mila o un milione di euro». Naturalmente tutti soldi del partito. 

La legge mancia
Nonostante non ci fossero soldi per la scuola pubblica, un provvedimento della commissione bilancio del Senato, che è stato ribattezzato «legge mancia», ha elargito alla scuola bosina 800mila euro: 300mila per il 2009; 500mila per il 2010. Secondo il decreto, servivano all’ampliamento e alla ristrutturazione della scuola che chiudeva il suo bilancio con una perdita di quasi mezzo milione. Qui le classi delle elementari si formano con un massimo di venti iscritti, gli insegnanti sono 31 (per le elementari solo maestre) e il bilancio del 2010 chiuso con un totale attivo di 729 milioni.

gli inizi
La scuola di Manuela nasce nel 1998, a Calcinate del Pesce, ed è intitolata a Giuseppe Talamoni, artista e intellettuale, noto per aver fondato il gruppo folkloristico bosino e inventato Pin Gerometta, la maschera varesina. «Bosina» è una parola strana: si usa per indicare tutto quello che ha a che fare con Varese, ma l’etimologia è dubbia: così i milanesi chiamavano i contadini della zona; o viene dalla Val Bassa; o ancora è il soprannome locale di Sant’Ambrogio. Qui, comunque, tutto è «bosino». Mentre Bossi marcia su Roma, Manuela marcia su Varese e nel 2004 si sposta in città , vicino allo stadio, e si ingrandisce. Dopo le elementari e l’asilo, aprirà  la scuola media e infine perfino una (bocciata dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione) sezione di liceo linguistico, tutte tappe che appositi decreti ministeriali riconoscono come scuola paritaria.

i programmi
Manuela è e resta l’anima della scuola. Ogni mattina guidando la sua Panda arriva nel suo ufficio prima delle otto e lì rimane, con la porta aperta, pronta a ricevere chiunque, fino alle quattro e mezza del pomeriggio. Passa anche nelle aule, controlla i quaderni, canta sul palco alla festa di Natale, spiega che qui si usa il «metodo globale» e resta fedele ai suoi principi: se la scuola italiana ha inserito più insegnanti per una sola classe, qui resiste la maestra unica, punto di riferimento insostituibile per il bambino. Lo scambio con le famiglie fa parte del progetto educativo; lo sport è uno dei cardini dell’insegnamento; si seguono i programmi ministeriali ma in più c’è un’ora di dialetto e le uscite fisse, in visita ai luoghi che devono fortificare nell’alunno la conoscenza del territorio, dai boschi alle chiesette abbandonate, fino al Sacro Monte.

i costi
La quota fissa mensile – da moltiplicare per dieci mensilità  – va dai 300 euro della sezione «primavera» ai 60 (o 120 per i non residenti) dell’asilo; dai 250 (che salgono a 290 con i rientri pomeridiani) delle elementari ai 280 delle medie, fino ai 300 (che possono salire a 380) del liceo. A parte si pagano i servizi pre (apertura dalle 7.30) e post-scuola (possibilità  di rimanere fino alle 18.30. A parte anche la mensa e il servizio di trasporto.ù

il presidente
Leghista della prima ora, fondatore della scuola bosina insieme a Manuela, Bruno Specchiarelli difende la sua creatura che – dice – non fa politica, ma politica del territorio. Se il suo ex alunno Renzo si è dimesso «vuol dire che suo padre gli ha detto “vai e dimettiti”», ed è «un ennesimo gesto di responsabilità ». Domani, alla ripresa dopo le vacanze, anche qui, nel fortino assediato di Manuela, si faranno i conti. Ma sia chiaro, afferma il presidente, che «chi vuole fare fuori Bossi, anche se è un leghista, vuole il male della Lega e qui non passerà ».


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