Monti: “Riforma bilanciata” Catricalà apre a modifiche ma poi fa marcia indietro
ROMA – Tutt’altro che blindata la riforma del lavoro arriva oggi al Senato. Domani inizierà il cammino in Commissione ed è già iniziato il lavorio per cambiarla. A far quadrato le aziende, che hanno mal digerito le modifiche all’articolo 18. Antonio Catricalà prima accenna a possibili cambi in Aula, pur ammettendo che il senso della riforma va tenuto in piedi. Poi, vista l’immediata reazione del Pdl con Gasparri e del Pd, con Damiano, che plaudono al governo per la disponibilità , fa marcia indietro. La conferma che modifiche di rilievo non saranno possibili e le critiche degli industriali rimarranno inascoltate arriva anche dal premier Mario Monti: «nessuna incertezza», risponde ai giornalisti. Per il premier è una riforma «bilanciata», perché disegna un mercato del lavoro «più flessibile» a favore delle imprese.
Un botta e risposta, quello tra Catricalà e i due esponenti di Pd e Pdl, che si gioca nel giro di un paio d’ore. Un “dialogo” a distanza, ma ad alto rischio, perché le imprese hanno già fatto sapere che sono pronte a dare battaglia in Parlamento per cambiare alcuni punti della riforma, a cominciare dalla flessibilità in entrata. E la sponda l’hanno già trovata nel Pdl. Il capogruppo Cicchitto ha detto chiaro e tondo che le esigenze delle aziende saranno fatte proprie dal Pdl e tradotte in emendamenti.
L’impianto della riforma, detta alle agenzie il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, «deve restare quello che è», ma «siamo disponibili ad accettare» quelle buone modifiche che potrà introdurre il Parlamento. Piccoli ritocchi però, che non stravolgano il senso del provvedimento che è quello di permettere «una maggiore flessibilità in uscita per consentire una maggiore entrata nel mercato del lavoro». Alle parole di Catricalà si aggrappano subito sia Gasparri (Pdl), che Damiano (Pd). «Credo – dichiara il capogruppo Pdl al Senato – che sia una presa d’atto saggia quella di Catricalà . Il sottosegretario, essendo un uomo di esperienza, si è reso conto che il ddl, sulla parte della flessibilità in entrata, va riscritto e non solo modificato». Cesare Damiano in realtà apprezza l’apertura di Catricalà , perché spiega, «riteniamo che si possa fare in Parlamento un lavoro costruttivo se l’obiettivo come hanno detto Monti e Catricalà è quello di offrire un buon lavoro ai giovani», ma avverte anche il Pdl. «Spero – aggiunge l’ex ministro del Lavoro – che sul ddl non si sviluppi una battaglia di retroguardia tesa a bilanciare il passo avanti sull’articolo 18 per avere in cambio un’ulteriore flessibilità del lavoro». Parole, quelle di Gasparri e Damiano, che inducono Catricalà a dichiarare di essere stato frainteso e a fare marcia indietro.
I margini di manovra per le modifiche in realtà sono ristrettissimi, tanto che il sottosegretario ci tiene a sottolineare che il suo pensiero sul ddl è identico a quello del premier, che non vuole uno stravolgimento della riforma. Frena su eventuali cambiamenti Raffaele Bonanni secondo il quale apportare «grosse modifiche» non conviene «a nessuno, il ddl non diventi la tela di Penelope: si cambino solo i refusi». Intanto gli industriali si incontreranno domani per valutare il confronto con il governo e decidere l’atteggiamento da tenere nel corso dell’iter in Parlamento.
Related Articles
Lo scandalo dei fondi europei 500 mila progetti di formazione non sono serviti a creare lavoro
L’Italia ha speso 7 miliardi e mezzo in corsi di cui non si conoscono né costi né benefici Inclusione sociale, solo 233 nuovi impieghi contro i 30-50 mila di Germania e Francia
Bot annuali di nuovo sotto il 2% Visco: “Tornano gli acquisti esteri”
Collocati 12 miliardi. Domani altra asta di liquidità dalla Bce Domanda doppia rispetto all’offerta per i titoli flessibili e le scadenze semestrali
PASSERA E SARMI LA POSTA IN PALIO
Nella prima, sommaria lenzuolata di liberalizzazioni varata dal governo Monti brillano alcune assenze eccellenti. Non solo banche, non solo assicurazioni, non solo reti ferroviarie ed energetiche.