Tra Mà¡rquez e Céline ecco i libri della vita

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«Molti anni dopo, di fronte al plotone d’esecuzione, il colonnello Aureliano Buendà­a si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio». La frase che inchiodò per giorni Gabriel Garcà­a Mà¡rquez alla macchina da scrivere, è quella a cui i lettori si sono rivolti per descrivere “una certa idea di mondo”. Non quella del premio Nobel per la letteratura, ma qualcosa di molto più impalpabile e personale: la loro. Cent’anni di solitudine è infatti il libro più spesso citato da chi ha risposto all’invito di Repubblica.it: scegliere, così come fa Alessandro Baricco ogni domenica sul giornale, un libro legato ad una stagione speciale, a un incontro, a una felicità  improvvisa, a uno spazio magico. 
Hanno risposto in mille, pescando dagli scaffali della memoria le pagine che più li hanno colpiti. È nata così la biblioteca dei lettori, una babele di titoli difficilmente accostabili ma in cui emerge con il 7% delle preferenze Cent’anni di solitudine. Seguono Delitto e Castigo di Fà«dor Dostoevskij, Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov e Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Tocca poi al classico di George Orwell, 1984 e a Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, dimostrando così come i libri riescono a elevarsi al di sopra di chi li ha scritti, acquisendo una vita propria indipendentemente dalle convinzioni politiche – antisemite in quest’ultimo caso – dei loro autori.
Tra i titoli italiani più spesso citati Un uomo di Oriana Fallaci e Le città  invisibili di Calvino. C’è chi ha scelto Libertà  di Jonathan Franzen perché lo ha aiutato «a fare chiarezza in un momento confuso della vita». E chi il Libro dell’Inquietudine di Fernando Pessoa perché «da vent’anni è un fedele compagno di viaggio». Chi ha optato per l’intramontabile Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry e chi per Furore di John Steinbeck: «Tutto il nostro mondo e tutta la nostra umanità  sono lì dentro». E via via, con alcuni dei titoli che già  erano comparsi sugli scudi degli studenti, accanto ai classici della letteratura di ogni tempo: Q di Luther Blissett, ma anche L’animale morente di Philiph Roth, autore amato «per la sua visione dissacrante della vita e della sessualità ». Cecità  di José Saramago sfila accanto a L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, a Cime tempestose di Emily Brontà« e ad Anna Karenina di Lev Tolstoj. Non solo romanzi. C’è infatti chi propone La Persuasione e la Rettorica di Carlo Michelstaedter o il poema epico Horcynus Orca che impegnò Stefano D’Orrigo per quasi vent’anni. 
Scelte diversissime l’una dall’altra che dicono qualcosa a proposito del livello di curiosità  intellettuale, dello stile e del modo di pensare di ognuno di noi, che comunicano «una certa idea di mondo». Con la consapevolezza, come dice una lettrice, che «ogni libro letto ti entra dentro e non puoi decidere se è o sarà  meno importante del precedente o del prossimo». Verissimo. Nessuna certezza o opinione immutabile: solo un gioco di echi e di rimandi che vi proponiamo di continuare rispondendo sul nostro sito a una seconda domanda: che personaggio di carta vorreste incontrare?


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