La mano leggera dell’Isvap sulla gestione Ligresti “Fate una riunione e cercate di mettervi in regola”

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MILANO – Ce n’era abbastanza per commissariare la compagnia assicurativa. Eppure l’Isvap ha concluso la sua ispezione su Fonsai, il gruppo assicurativo della famiglia Ligresti, con un leggero buffetto sulla spalla. Quasi tutte le operazioni con parti correlate che il fondo Amber ha denunciato al collegio sindacale a ottobre dello scorso anno – e che il collegio ha ricostruito con una relazione ad hoc – erano già  contenute nel verbale dell’ispezione iniziata il 4 ottobre 2010 e conclusa il 1 aprile 2011 dall’Authority che vigila sulle assicurazioni. Dall’ispezione emerge come la gestione della società  era un affare privato dei Ligresti. Le decisioni sulle consulenze, sulle operazioni immobiliari o le scelte dei professionisti e degli advisor venivano prese senza nemmeno passare dal consiglio di amministrazione o in barba a tutte le procedure. Spesso gli incarichi venivano conferiti «solo verbalmente». Dal canto suo il cda ha mancato di svolgere «un’adeguata attività  di analisi», è stato «carente ed inefficace», non ha fatto «nessuna osservazione» e «nessun approfondimento mirato». 
Le conclusioni cui giunge l’Isvap nel verbale, però, sono tutt’altro che severe. Non vi è nessuna censura sul comportamento dei Ligresti, ai quali sono stati elargiti milioni di euro pur in un contesto patrimoniale difficile per il gruppo. E nella lettera spedita il 9 giugno al presidente Jonella e all’amministratore delegato Emanuele Erbetta si invita il consiglio di amministrazione a «prevedere una specifica riunione che previa informativa su tutti gli aspetti evidenziati esprima il proprio motivato avviso in merito alle operazioni che in violazione della regolamentazione interna non sono state sottoposte alla sua attenzione o lo sono state con le criticità  sopra evidenziate». Come dire, mettetevi in regola. A novembre, l’Isvap annuncia le sue temibili sanzioni: una multa compresa tra i 12mila e i 120mila euro. 
Ma cosa aveva visto l’Isvap? Nelle 160 pagine del documento dell’ispezione, l’Authority passa in rassegna i processi decisionali e di controllo della società  di assicurazione e con essi analizza le operazioni con parti correlate. Delle sette operazioni immobiliari denunciate ai sindaci, l’Isvap ne aveva ricostruite già  cinque (Gilli Hotel, via Confalonieri a Milano, via Fiorentini a Roma, Marina di Loano e San Pancrazio parmense) e aveva pure compreso le problematiche legate all’acquisto dai Ligresti di AtaHotels, la controllata del gruppo operante nel ramo alberghiero, costretta a pagare affitti completamente fuori mercato, nonché i dubbi sulla correttezza delle valutazioni degli immobili compiute da Scenari immobiliari. Dei 40 milioni di consulenze a Salvatore Ligresti, poi, l’Isvap scopre un importo parziale di 24,6 milioni di euro, in quanto prende in considerazione solo i contratti firmati con Fonsai tralasciando gli accordi con Milano Assicurazioni e Progestim. Ora la procura vuole capire come mai la mano dell’Isvap guidata da Massimo Giannini sia stata così morbida: il pm Luigi Orsi lo ha chiesto in un interrogatorio al vicedirettore Flavia Mazzarella.


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