Se le Madri che Lavorano Soffrono meno di Depressione

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Lo dice uno studio dell’Università  inglese di Bath, guidato dalla professoressa Susan Harkness, che ha tenuto conto anche di una recente ricerca americana sullo stesso argomento. Il lavoro sarebbe, dunque, un antidoto particolarmente benefico per le mamme sole per le quali il rischio di cadere nella depressione scenderebbe del quindici per cento rispetto alle disoccupate. Per le mamme sposate che hanno un lavoro la probabilità  di ammalarsi di «melanconia» diminuisce, invece, soltanto del sei per cento rispetto alle casalinghe: e la differenza si spiega con l’evidenza che le mamme single sono comunque preda assai più facile della depressione che non quelle munite di marito, compagno o fidanzato.
Con la crisi — sottolinea la ricerca — e conseguente disoccupazione che colpisce più le donne degli uomini, il rischio, per le madri rimaste senza lavoro, di ammalarsi è naturalmente aumentato, per la precisione del venticinque per cento nell’ultima decina di anni. Di qui la necessità  â€” non soltanto per ragioni economiche bensì, forse ancora prima, sanitarie — di sostenere in ogni modo il rientro al lavoro delle mamme, di quelle single in primo luogo.
Ci voleva una ricerca universitaria per scoprire questa realtà ? Pur senza dotto corollario di numeri e percentuali, si ha l’impressione che i fatti fossero ben noti. Forse che non si sapeva quanto sia vitale, per chi in casa ha soltanto un bambino con cui parlare, davanti al quale deve, peraltro, mostrasi il più possibile serena e spensierata, trovarsi, almeno per mezza giornata, in compagnia di colleghi con i quali scambiare due parole, scordarsi della solitudine condividendo un’occupazione, bella o brutta che sia? E forse che non si sapeva quanto sia importante, anche per quelle mamme che un compagno in casa ce l’hanno, sentirsi utili contribuendo al ménage familiare in questi difficili tempi di crisi? Con tutto il rispetto per le casalinghe per scelta, fortunatamente per lo più escluse dal contagio del gran male del nostro tempo.
Isabella Bossi Fedrigotti


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