Cir: “Il 90% degli ingressi è irregolare, l’Ue promuova accessi protetti”

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ROMA – Nel 2011 circa il 90% di tutti i richiedenti asilo nell’Unione Europea è entrato irregolarmente. Lo sottolinea il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) che promuove oggi a Roma una conferenza stampa per fare il punto sulle modalità  di accesso protetto per i rifugiati. Il Cir ricorda, inoltre, che i migranti che cercano di raggiungere l’Europa sono generalmente soggetti a gravi violazioni dei diritti umani nel loro viaggio, in particolare nei paesi di transito e in alto mare. “Molti sono rifugiati che scappano da guerre, violenze e persecuzioni, che non hanno altra alternativa che tentare il pericoloso viaggio del mare per ottenere la protezione di cui hanno bisogno – si legge in una nota -. La possibilità  di richiedere asilo nell’Unione Europea dipende  dalla presenza fisica della persona nel territorio di uno Stato Membro. Ma le misure introdotte nell’ambito del regime dei visti e delle frontiere dell’Ue hanno reso praticamente impossibile per quasi tutti i richiedenti asilo e rifugiati raggiungere i territori dell’Ue in modo legale”. Non solo, sono stati rafforzati i controlli alle frontiere esterne ma i sistemi di sorveglianza sono stati estesi anche ai territori dei paesi terzi così la stragrande maggioranza arriva irregolarmente.

Non si ferma inoltre “la strage di migranti che cercano di arrivare in Italia”. Secondo le stime di Fortress Europe, dal 1998 all’agosto 2011, 17.738 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa. Solo nel corso del 2011, circa 2 mila tra uomini, donne e bambini sono morti nello Stretto di Sicilia: il 5% di tutti coloro che hanno tentato di raggiungere l’Europa dalla Libia. “I migranti sono spesso intercettati e respinti in mare, senza avere la possibilità  in molte occasioni di chiedere asilo nell’Ue, con il concreto rischio che i diritti umani dei rifugiati e il principio di non refoulement venga violato – aggiunge il Cir –  La gravità  di tale contesto ci riporta alla sentenza sul caso Hirsi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha stabilito che, respingendo i migranti verso la Libia, l’Italia ha violato la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e in particolare il principio che vieta di rimpatriare i migranti nei paesi dove potrebbero subire persecuzioni o trattamenti inumani e degradanti”.  

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