il doppio Invito dell’Europa Fare presto sul Lavoro (con l’Intesa)

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Vanno «rivisti alcuni aspetti della legge sulla protezione dell’impiego» si legge nel documento. Il riferimento all’articolo 18, la regola dello Statuto dei lavoratori che disciplina i licenziamenti individuali per giusta causa, è più che trasparente. Qualche riga dopo, però, la Commissione si premura di sottolineare «il ruolo importante» delle parti sociali, concludendo con «l’auspicio» che «autorità  italiane e sindacati continuino a lavorare insieme in modo costruttivo per raggiungere i migliori risultati possibili». 
Come si vede qui i passaggi chiave sono i verbi «continuare» e «raggiungere». Anche a Bruxelles, evidentemente, non considerano intoccabile il testo messo a punto dal governo Monti. Anzi, il richiamo alla «sovranità » del Parlamento, sembra suggerire al premier italiano che c’è tempo per riaprire il negoziato, dialogando con i partiti e (ancora) con i sindacati. 
Fino a oggi Bruxelles è stata una sponda ideale per l’esecutivo dei tecnici e continuerà  a esserlo anche nei prossimi mesi. Tuttavia l’istituzione guidata da José Manuel Durà£o Barroso è, per sua stessa natura, un organismo votato alla mediazione. In questo momento, un conflitto sociale in Italia aspro, prolungato e dalle ricadute politiche incerte metterebbe in allarme non solo i mercati, ma anche i partner principali della Ue. La Commissione sembra intravedere un altro punto di equilibrio possibile tra «protezione» e «flessibilità ». Un’apertura ai sindacati, attraverso l’adozione del modello tedesco (reintegro per via giudiziaria anche per i licenziamenti economici ingiustificati) potrebbe essere compensato concedendo un po’ più di flessibilità  alle imprese sul lato delle assunzioni.
Giuseppe Sarcina


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