Sterilizzazioni forzate: “Dal 1985 al 1998 circa 6 mila negli ospedali psichiatrici italiani”
ROMA – Risale al 2008 l’inizio del cosiddetto “caso Gauer”, che ha posto all’attenzione della cronaca internazionale la questione della violenza contro le donne disabili. Ad agosto 2011, dopo quasi 3 anni, è approdato alla Corte europea dei Diritti umani, ma ci vorranno alcuni anni per conoscere la pronuncia. Silvia Cutrera, presidente dell’Avi (Agenzia per la vita indipendente) di Roma e membro dell’Adf (Europea disability forum) ci aiuta a ricostruire i fatti e inquadrarli nel problema, ancora molto diffuso, della violenza contro le donne disabili a cui oggi è dedicata un’audizione dell’Edf al Parlamento europeo
Cos’è il caso Gauer? Quali le ultime vicende?
Il 10 dicembre 2008, presso la V Sezione della Corte di giustizia francese, è stato depositato il ricorso di Joelle Gauer ed altre donne disabili contro la Francia, nel quale le ricorrenti denunciavano di essere state sterilizzate senza il loro consenso. I fatti risalgono agli anni 1995-1998, quando alle giovani donne con disabilità viene praticata la legatura delle tube come metodo contraccettivo, senza il loro consenso e senza che fossero informate della natura dell’intervento. Dopo varie vicissitudini, nel 2006 il Tribunale di Sens emette un’ordinanza di non luogo a procedere, sostenendo che l’operazione chirurgica non poteva essere considerata una pratica illecita e che l’assenza di consenso non attribuiva connotati penali ai fatti denunciati. Decisione confermata in appello nel marzo 2007, motivata dalla tesi che la legatura delle tube è tecnicamente reversibile, che le persone con disabilità mentale non sono in grado di accudire i loro figli e quindi tale metodo contraccettivo era stato scelto nell’ interesse delle ricorrenti, senza alcuna volontà di mettere in pericolo la loro salute: non era stata adottata quindi una politica eugenetica. La Corte d’appello aggiungeva che tali fatti trovavano copertura nelle leggi in vigore. Le parti civili ricorrono in Cassazione, che nel giugno del 2008 dichiara il ricorso irricevibile ai sensi dell’art. 575 del codice di procedura penale che prevedeva requisiti restrittivi per permettere alle parti civili di ricorrere in appello contro le sentenze della Camera istruttoria. Sollevata la questione di legittimità costituzionale, lo stesso art. 575 viene dichiarato incostituzionale e abrogato il 23 luglio 2010. Invocando l’art. 6 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità , i ricorrenti denunciano che le giovani donne fin dall’inizio della procedura giudiziale non hanno potuto essere rappresentate, che non era stato nominato un amministratore ad hoc, che l’associazione che si era costituita parte civile è stata considerata priva dei presupposti per stare in giudizio. Invocano anche l’art. 3, per contestare l’attacco alla loro integrità fisica, visto che sono state sterilizzate senza consenso; l’art 8 e 12, perché non è stato rispettato il diritto alla loro vita privata ed è stata impedita la formazione di una famiglia e infine l’art. 14 per contestare la discriminazione subita in quanto persone con disabilità . Nell’agosto del 2011 il caso Bauer è approdato alla Corte europea dei Diritti umani e ma ci vorranno alcuni anni per conoscere la pronuncia.
Violenza sulle donne disabili: ci sono numeri per riuscire a inquadrare le dimensioni del fenomeno?
Le cifre sono poco attendibili, considerato che molte violenze rimangono sotto silenzio. Tuttavia, si stima che, a livello europeo, circa il 40% delle donne con disabilità subisca una qualche forma di violenza. Sono 80 milioni le persone con disabilità in Europa, di cui circa la metà donne: circa il 16% delle donne europee è disabile.
Quali tipi di violenze e abusi sono più frequentemente subiti da donne disabili?
La violenza più aberrante è quella sessuale, ma la violazione più diffusa è quella dei diritti umani: diritto alle cure sanitarie (specialmente quelle di diagnostica preventiva), diritto alla formazione, al lavoro, alla sessualità etc.
Sterilizzazioni forzate: vietate dalla legge, ma di fatto ancora praticate. Ci sono cifre sul fenomeno?
Sì, le sterilizzazioni senza consenso sono ancora praticate nel mondo ma non sono in grado di quantificare. Sappiamo però che in Italia, dal 1985 al 1998, si sono praticate circa 6.000 sterilizzazioni forzate negli ospedali psichiatrici. (cl)
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