Un dottore coreano per curare la Banca Mondiale

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NEW YORK – Barack Obama ha scelto un dottore per curare la Banca Mondiale. E per tenere la banca più grande nel mondo nelle solide mani d’America ha fatto un nome che meno americano non si può: Jim Yong Kim. I paesi emergenti avevano già  piantato una grana l’anno quando si trattò di sostituire Dominique Strauss-Kahn al vertice della struttura gemella: il Fondo monetario internazionale. Il Fondo e la Banca sono le due più grandi istituzioni economiche che il pianeta si diede negli anni 40: stremato da due guerre mondiale e una grande depressione. Gli Usa hanno sempre gestito la Banca e lasciato agli europei il fondo. Solo che il mondo è cambiato e oggi gli emergenti vogliono giustamente far sentire la loro.
La francese Christine Lagarde l’ha spuntata al Fondo promettendo un maggiore coinvolgimento di Cina e Brasile. Il dottore proposto da Obama – una prima volta, la carica prima era sempre andata a un economista o un politico – non solo è nato a Seul, emigrato a 5 anni con i genitori negli Usa, ma ha fondato un’associazione, Partners in Health, che s’è distinta contro l’Aids e la tubercolosi nei paesi di quello che si chiamava il Terzo Mondo.
«Malgrado il nome» ha spiegato Obama «la Banca mondiale è più di una banca. E’ uno dei più potenti strumenti che abbiamo a disposizione per ridurre la povertà  e sollevare gli standard di vita nei paesi più poveri del pianeta, in un mondo che diventa sempre più piccolo e sempre più connesso». Una scelta sì global: «Il capo della Banca Mondiale deve avere una profonda conoscenza» dei problemi dello sviluppo. Ed è dunque «tempo che un professionista dello sviluppo guida la più grande agenzia per lo sviluppo del mondo».
Sotto la guida dell’americano Bob Zoellick – che lascia a fine giugno – questa agenzia ha versato 90 miliardi di aiuti: che Banca sarà  quella di Jim Kim? E riuscirà  a rintuzzare le critiche di tante ong per la gestione yankee-centrica? Per la cronaca, il dottore è il presidente del Dartmouth College di Hanover, New Hampshire, una delle più illustri università  americane: e da lì proviene, indovinate un po’, anche Tim Geithner, il potentissimo segretario al Tesoro di Obama, di cui è amicissimo.
La scelta della Casa Bianca è stata applaudita anche da Jeffrey Sachs, l’economista della Columbia che si era provocatoriamente autocandidato, ma ha stupito gli osservatori che avevano fatto i nomi dell’ex consulente economico di Obama, Larry Summers, e della ambasciatrice all’Onu, Susan Rice, entrambi però in odore di un posto nella seconda amministrazione che verrà : se l’America vuole.


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