Sarkozy fa il presidente dell’unità  Le Pen alla controffensiva

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Nicolas Sarkozy e Franà§ois Hollande, i due principali sfidanti, hanno scelto la stessa strategia: nei giorni della «sospensione» della campagna, le istruzioni per i rispettivi staff sono di parlare il meno possibile, per evitare scivoloni. Sarkozy ha riassunto completamente il ruolo di presidente, di colui che unisce e protegge. Ieri, ha presieduto la cerimonia dei funerali dei tre militari a Montauban, e messo in guardia a «non cedere né ai compromessi né alla vendetta». Questo avvenimento «non riuscirà  a frammentare la comunità  nazionale», ha affermato. In precedenza era stato a Tolosa, in una caserma vicina all’abitazione dove era asserragliato l’assassino. È andato al capezzale dei feriti, ha convocato i rappresentanti delle comunità  ebraica e musulmana, ha lanciato un appello alla «calma». Martedì, aveva indetto un minuto di silenzio in tutte le scuole francesi e assistito in una di esse al momento solenne, la sera era a Roissy per dare l’ultimo saluto alle salme delle quattro vittime della scuola ebraica di Tolosa, in viaggio per Israele. Sarkozy vuole trarre vantaggio dalla carica presidenziale, come aveva fatto Bush dopo l’11 settembre o, più recentemente, il primo ministro norvegese Jesn Stoltenberg dopo il massacro dei giovani social-democratici. Sarkozy fa attenzione a non seguire il contro-modello di José Maria Aznar, che aveva perso le elezioni nel 2004 dopo gli attentati di Madrid, per averli precipitosamente attribuiti all’Eta, mentre erano opera di Al Quaeda. Nel 1993, Sarkozy era diventato molto popolare, quando, giovane sindaco di Neuilly, era intervenuto per liberare dei bambini presi in ostaggio da un folle in una scuola materna. Un’azione che lo aveva portato alla nomina a ministro degli interni. 
Franà§ois Hollande ha un ruolo più difficile, si presenta come un presidente-bis, cerca di essere presente in tutte le occasioni dove è possibile, pur non avendo una carica ufficiale: ieri era anch’egli al funerale dei tre militari, assieme ad altri candidati (Eva Joly, Franà§ois Bayrou, Nicolas Dupont-Aignan, Marine Le Pen). In mattinata aveva reso omaggio alla polizia per aver individuato il colpevole, e ha insistito sull’unità  nazionale: «Se la pista è quella del terrorismo legato ad Al Quaeda, è la conferma che questa lotta deve unirci tutti, come ci ha sempre unito quando si è prodotto un atto di questa dimensione, orribile e tragico a un tempo». Nel suo staff la prudenza regna: «Non sappiamo come può reagire il paese – afferma Manuel Valls, il direttore della comunicazione di Hollande – non deve essere pronunciata nessuna parola che possa lasciar pensare a una strumentalizzazione». 
Il centrista Franà§ois Bayrou, che ha rifiutato di sospendere la campagna, è in difficoltà , è stato redarguito dal ministro degli esteri, Alain Juppé, invitato indirettamente a «non addizionare l’ignobile all’orribile». Ma Bayrou si giustifica: «Lo stato della società  francese è un argomento che deve essere presente nella campagna». Ieri, Eva Joly, candidata verde, ha attaccato Sarkozy, accusandolo di fare «discorsi discriminanti e stigmatizzanti». Jean-Luc Mélenchon, che aveva anch’egli rifiutato di sospendere la campagna, ha affermato che bisogna «lottare contro l’assimilazione e la stigmatizzazione odiose».
Marine Le Pen ha già  avviato la controffensiva. Con gli attentati, tornano infatti in primo piano i temi del Fronte nazionale: la sicurezza e gli effetti negativi dell’immigrazione. Se sarà  eletta, ha già  promesso, organizzerà  «un referendum sulla questione della pena di morte e/o dell’ergastolo effettivo». La candidata del Fronte nazionale ha aperto anche un nuovo fronte: «Credo che il rischio fondamentalista sia stato sottostimato nel nostro paese. Dei gruppi politico-religiosi si sviluppano di fronte a un certo lassismo». Alludeva a una dichiarazione di Claude Guéant, ministro degli interni, che ha affermato che Mohammed Merah era stato individuato dai servizi segreti da anni. Louis Aliot, vice-presidente del Fronte nazionale e compagno di Marine Le Pen, ieri ha rincarato la dose contro Guéant: «Le sue parole lasciano planare dei dubbi» – ha detto – sull’efficacia della lotta contro le reti islamiste sotto la presidenza Sarkozy. Con gli attentati del ’95 alla stazione Rer Saint-Michel, alle legislative parziali che avevano avuto luogo immediatamente dopo, il Fronte nazionale aveva aumentato i suffragi.


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