Bernabè: vogliono espropriarci la rete

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MILANO – L’emendamento sulla manutenzione della rete di Telecom Italia, che ha messo d’accordo Lega, Pdl e Pd, fa scoppiare una guerra tra il legittimo proprietario dell’infrastruttura e gli operatori che invece l’affittano per offrire i loro servizi di telefonia fissa. A distanza di giorni anche l’AgCom si esprime nel merito, auspicando che la norma sia rivista in Senato, mentre il presidente Franco Bernabè torna a parlare di «esproprio». Vodafone, Fastweb e Wind lamentano che se continua così la concorrenza morirà , perché le rivali di Telecom sul fisso perdono tutte soldi e non riescono a competere. 
In ballo ci sono circa 2 euro al mese di costi di manutenzione per ogni linea, ma la sensazione degli esperti è che questa sia una battaglia di principio, perché la situazione dei competitor è critica e rischiano di perdere a tavolino la guerra contro l’ex monopolista. Telecom ribatte che far gestire ad altri gli interventi sulla sua rete non solo è tecnicamente impossibile (e pericoloso in termini di sicurezza e responsabilità ), ma avrebbe serie ripercussioni sull’occupazione. Fastweb, Wind e Vodafone sono invece convinte che liberalizzando il servizio di manutenzione taglierebbero i costi migliorando il servizio alla clientela e creando nuovi posti di lavoro, anche perché andando avanti così a rischio sono i loro dipendenti sul fisso. 
Per fare un esempio concreto Telecom sostiene che nessuno affiderebbe a uno sconosciuto le pulizie di casa sua, per paura dei danni o degli inconvenienti che questo potrebbe comportare. Le rivali ribattono che per utilizzare le proprietà  di Telecom pagano un bell’affitto e che la manutenzione sarebbe comunque delegata a quella rosa di aziende terze a cui lo stesso Bernabè ha già  esternalizzato questi servizi. Una tesi che è vera solo in parte, dato che Telecom sostiene di gestire internamente la metà  di tutta la manutenzione precisando come il canone d’affitto sia fissato da un’apposita autorithy che vigila sulla concorrenza. Se i toni degli sfidanti sono accesi, quelli dell’Agcom lo sono meno e danno di fatto ragione all’ex monopolista. «C’è bisogno di una modifica all’emendamento – ha dichiarato il presidente dell’Autorità  per le Tlc, Corrado Calabrò – il governo ne è consapevole e ci sta lavorando, in contatto con la commissione: credo che la modifica ci sarà ».


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