L’onda rossa di Mélenchon apre una breccia nella Bastiglia

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Mélenchon sale nei sondaggi, è ormai all’11% e comincia a inquietare il candidato socialista, Franà§ois Hollande, che tra appello al «voto utile» e timore di essere tirato troppo a sinistra, cerca di difendere l’approccio al futuro della sinistra moderata.
Mélenchon «fa politica con un retrovisore» ha scherzato la segretaria di Europa-Ecologia-I Verdi, Cécile Duflot, che vede sfuggire parte dell’elettorato écolo verso il Front de Gauche (e verso Hollande, in ragione del «voto utile»). Mélenchon aveva infatti convocato la grande storia francese alla Bastiglia, luogo emblematico «dove è stato bruciato l’ultimo trono dei re»: Louise Michel, la Comune, Jaurès, la Costituzione del 1789, dove era scritto che «quando il governo viola i diritti del popolo, l’insurrezione è per il popolo il diritto più sacro e il più indispensabile dei doveri». Mélenchon invita a oggi a «un’insurrezione civica», per «riprendersi la sovranità » popolare, rubata dal mondo del denaro, un chiaro appello a chi aveva votato «no» al referendum sul Trattato costituzionale europeo nel 2005. Ha elencato i suoi obiettivi, la Costituente per la VI Repubblica, referendum per ogni «trasferimento di sovranità », la «fine dei privilegi del capitale», la cittadinanza nelle imprese, la parità  dappertutto, la laicità  (con l’abolizione del Concordato che esiste in Alsazia e Lorena, eredità  del periodo tedesco), il diritto all’aborto, all’eutanasia, a eguali diritti per le famiglie omosessuali, la «regola verde» per il pianeta terra, la «libertà » senza limiti su Internet. Non ha citato il salario minimo a 1.700 euro né ricette precise contro la crisi, per tenere aperta la porta al dialogo con Hollande. Tra i manifestanti, molti venivano dal Pcf. «La giornata è riuscita – ha commentato Pierre Laurent, segretario del Pcf – il centro di gravità  della campagna si è spostato». Altre manifestazioni del Front de Gauche sono previste il 5 aprile al Capitole a Tolosa e il 14 al Prado a Marsiglia.


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