Il fuciliere «solitario»

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Perché questo non è il gesto di un maniaco squilibrato che ammazza degli studenti in una città  degli Stati uniti. Non è il primo e non sarà  l’ultimo a uccidere in questo modo. 
I francesi hanno fatto lo stesso in Algeria, i belgi in Congo, i britannici in Kenya e a Aden, i tedeschi in Africa di sud-ovest, gli italiani in Libia, i boeri a casa loro in Sudafrica, gli israeliani in Palestina, gli americani in Corea, Vietnam e Centro America, e nel passato recente i loro surrogati hanno agito in modo analogo contro le loro stesse popolazioni in sud America e gran parte dell’Asia. Anche l’occupazione russa in Afghanistan ha visto i suoi «fucilieri solitari» comportarsi in modo simile – anche se, più istruiti di molti dei loro consimili statunitensi, hanno scritto ragioni e circostanze in tormentati diari dopo il loro ritorno a casa. Nel suo libro Afgantsy, Roderic Braithwaite ne cita ampi capitoli e passaggi.
Non esiste una guerra «umanitaria». Prima i cittadini dei paesi occupanti se ne renderanno conto, prima sarà  possibile mobilitare il sostegno necessario a opporsi a nuove avventure neocoloniali, con le atrocità  correlate. 
Non è un segreto che la gran parte degli afghani si oppongono all’occupazione del loro paese. I soldati occupanti ne sono ben consapevoli. Il «nemico» non è nascosto. E’ pubblico. Così cancellare donne e bambini è parte della guerra. Come assassini però elicotteri da guerra, cacciabombardieri e droni sono più efficaci dei fucilieri «solitari».
La situazione in Afghanistan oggi è così disastrosa che le forze occupanti non hanno modo di sapere se gli afghani che lavorano con loro sono dalla loro parte o no. Alcuni dei recenti attacchi contro soldati Usa e della Nato sono venuti da afghani che indossavano uniformi di polizia e dell’esercito disegnate dalla Nato stessa. Così ora chiunque è un nemico. Anche il presidente fantoccio Hamid Karzai, il quale sa che i suoi giorni sono contati ma almeno ha diversi luoghi sicuri e conti numerati che lo aspettano.
Per gli Stati uniti, la contraddizione è implacabile. Gli afghani vogliono che se ne vadano e la guerra non è vincibile. Che fare dunque? Andarsene subito. Questa guerra che de-umanizza il «nemico» de-umanizza anche i cittadini degli stati guerrafondai. Se americani, europei e australiani sono arrivati a diventare ciechi e sordi alle urla di bambini, madri e padri, certo hanno in serbo giganteschi problemi per se stessi. Siamo tenuti in stato di ignoranza, ma la tragedia è che con la nostra apatia contribuiamo a prolungare all’infinito questo stato. Il fuciliere solitario scomparirà  presto dai nostri pensieri coscienti, e potremo allora tranquillamente tornare alle uccisioni di routine che avvengono ogni giorno, condotte in modo collettivo su ordine dei dirigenti politici che noi eleggiamo.


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