Squinzi (Mapei): «Mai visti due mesi così drammatici»

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«Le mie imprese – ha aggiunto – sono legate al mondo dell’edilizia. Posso dire che non si erano mai visti due mesi così negativi come gennaio e febbraio nella storia della nostra impresa, che ha 75 anni». La Mapei opera in uno dei settori più colpiti dalla crisi, e non lo nasconde. Squinzi, che nelle scorse settimane aveva detto di non ritenere importante la questione dell’art.18 al centro delle trattative fra governo e sindacati, non si è voluto sbilanciare sulla riforma del lavoro. «Il governo – si è limitato a dire – ha intenzione di fare proprie proposte e quindi dovremo aspettare per vedere quello che verrà  finalizzato».
Squinzi corre per la presidenza della Confindustria contro Alberto Bombassei, uno dei vicepresidenti attuali, e parrebbe in vantaggio per la designazione della giunta confindustriale, in calendario il prossimo 22 marzo. «Non ho sensazioni in questo momento. Sono fiducioso e vado per la mia strada», ha risposto parlando sempre a Bari a chi gli chiedeva dell’esito della corsa a due. «Durante il mio giro nelle sedi regionali dell’associazione – ha aggiunto – ho constatato che la rappresentanza in Confindustria delle componenti del sistema economico non è equilibrata. Ad esempio ci sono settori quali quelli del legno e dell’arredo, dell’agroalimentare e della moda che producono tanto e vanno maggiormente rappresentati». 
Squinzi ha poi sottolineato quale è il problema principale per gli imprenditori oggi. «Quello del credito, purtroppo, non è stato soltanto un problema di un imprenditore pugliese, perché i casi ormai sono ripetuti. Ritengo personalmente che il problema delle difficoltà  di accesso al credito sia il problema più urgente da affrontare, in relazione al fatto che lo stato è in ritardo nei pagamenti per una cifra che non si riesce ancora veramente ad individuare». Squinzi ha fatto riferimento ai casi di imprenditori suicidatisi per debito, uno dei quali tre giorni fa in Puglia. «Tra l’altro – ha aggiunto – anche nella mia funzione di consigliere superiore di Bankitalia, ho già  cercato di evidenziare le difficoltà  in cui le imprese si stanno dibattendo in questo momento».
Altro tema toccato è quello infine della burocrazia. Squinzi chiede una semplificazione dell’attività  amministrativa: è uno degli obiettivi da raggiungere al più presto per rilanciare l’economia del paese. «In Italia – ha sottolineato Squinzi – ci sono circa 200.000 leggi che regolano l’attività  economica; in altri paesi sono solo 50.000. Quando il numero delle leggi è così elevato, si può trovare tutto e il contrario di tutto, compresa qualche fuga in avanti. Servirebbe, ad esempio, una maggiore efficienza della magistratura e puntare sulla lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione». Sottointeso è che il governo Berlusconi, o delle semplificazioni alla Calderoli, non abbia fatto nulla.


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UN PAESE SUL PRECIPIZIO

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«La crisi è alle spalle»: SuperMario a fine marzo non aveva dubbi e ad libitum ripeteva con convinzione questa affermazione. Falso ovviamente: nella crisi siamo immersi fino al collo e la conferma è arrivata ieri con i dati Istat sull’occupazione. O meglio: sulla disoccupazione il cui tasso in ottobre è salito al record dell’11,1%. L’equivalente di poco meno di 3 milioni di disoccupati. In un solo mese l’Istat ha contato 93 mila disoccupati in più con un incremento del 3,3%.

IL «NUOVO» CAPITALISMO CHE CI ATTENDE

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CRISI GLOBALE  Leggendo la stampa e ascoltando i discorsi dei Grandi non pare ci sia una percezione precisa del crinale che il sistema economico-sociale sta attraversando. Si ciancia di globalizzazione, per cui niente è possibile fare, se non il sogno di un governo mondiale o almeno europeo; si parla di finanziarizzazione dell’economia, cosa che ormai ha almeno quasi mezzo secolo, senza rendersi conto che è messa in crisi la democrazia e l’autodeterminazione dei popoli.

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