Morales e la questione della coca
Lunedì il presidente boliviano Evo Morales ha partecipato a un incontro dell’ONU a Vienna contro il consumo di droga e il narcotraffico (UNDC) e ha chiesto di legalizzare l’uso di foglie di coca, tenendone in mano una durante il suo discorso. Le foglie di coca in Bolivia vengono tradizionalmente coltivate e masticate.
L’ONU ha inserito le foglie di coca – da cui si ottiene la cocaina – tra le sostanze illegali e dannose per la salute nel 1961, stabilendo che gli stati dovevano impegnarsi a combatterne l’uso e a eliminarlo del tutto entro il 1989. Morales ha ribadito che la coca e la cocaina non sono la stessa cosa, che il consumo di foglie di coca è una tradizione millenaria in Bolivia – vengono impiegate anche per fare la marmellata e il tè – e che nessuno studio ha mai dimostrato che le foglie sono dannose per la salute. La Bolivia si è ritirata dalla convenzione contro la droga l’anno scorso perché questa accomunava le foglie di coca alla droga e Morales – che in passato è stato un sindacalista dei coltivatori di coca – ha spiegato che vorrebbe farne nuovamente parte a patto che la coca venisse legalizzata. La Bolivia è il maggior produttore di coca dopo Colombia e Perù.
Nel frattempo a La Paz si è tenuta una manifestazione in favore dell’acullico, le foglie di coca masticate, a cui hanno partecipato migliaia di coltivatori di coca, rivenditori di prodotti e base di coca – farina, tè e medicinali – e semplici consumatori.
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