Ostaggio ucciso, giallo sull’anticipo del riscatto

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GATTINARA – La visita del presidente del consiglio Mario Monti nell’appartamento dove viveva Franco Lamolinara è durata un quarto d’ora. Giusto il tempo di prendere un caffè nel salotto dove lo hanno accolto la vedova del tecnico quarantottenne ucciso in Nigeria e i due figli, Mattia e Nicole, 19 e 16 anni. Proprio loro hanno preparato la caffettiera per il premier, accompagnato dalla moglie. «Che bravi ragazzi», ha esordito Monti. Un incontro cordialee affettuoso quello tra Anna Lamolinara e il capo del governo, che ha assicurato che lo Stato non abbandonerà  la famigliae farà  di tutto per chiarire gli eventi che hanno portato all’uccisione dell’uomo rapito dieci mesi fa in Nigeria.

Per Franco Lamolinara si sta inoltre valutando la possibilità  di far valere i benefici riconosciuti alle vittime di terrorismo. Ma proprio sulle trattative con i rapitori c’è un mistero: il giornale britannico Independent on Sunday ieri ha infatti riferito di contatti tra il gruppo di estremisti islamici Boko Haram e Manchester, dove abita la famiglia di Chris McManus, l’altro ostaggio ucciso durante il blitz. Secondo l’agenzia di stampa mauritana Nouakchott Information Agency i sequestratori avevano chiesto 5 milioni di euro, di cui sarebbero stati pagati 1,2 milioni. Ma fonti ufficiali inglesi negano che sia avvenuto il pagamento di un riscatto.

Qui a Gattinara invece, familiari e amici avevano sperato fino all’ultimo di poter riabbracciare Franco. Presto, forse già  a Pasqua. Convinti che i negoziati fossero in corso, perché Anna era stata a Roma qualche giorno prima per guardare un video, la prova che il marito era ancora vivo. Ma 48 ore dopo è arrivata la tragica notizia. «Voleva assicurare un futuro migliore per i figli – racconta un amico di Lamolinara – Per questo motivo aveva voluto tornare in Nigeria».

Sì, perché anni fa il lavoro lo aveva già  portato in Africa e in quell’occasione tutta la famiglia lo aveva seguito. Poi, aveva voluto tornare da solo: un paio d’anni, diceva, così i ragazzi si possono sistemare».

Poi, invece, il rapimento. «Durante tutti questi mesi sua moglie Anna è stata una roccia. Adesso è distrutta». In mattinata nella palazzina alla periferia del paese, di fronte allo stabilimento della Lavazza, era arrivata anche la telefonata di condoglianze di Silvio Berlusconi, presidente del consiglio durante la prima parte del sequestro. «Il comportamento del governo e della Farnesina è stato encomiabile», ha confermato il presidente della Provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti.

La visita di Monti si è conclusa alla camera ardente, allestita nella sala del consiglio comunale, dove ha reso omaggio alla bara, su cui era appoggiata una coccarda tricolore. Oggi alle 15 anche il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Santagata, sarà  presente per i funerali.


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