Tute blu in piazza, 50 mila in corteo a Roma
ROMA – Le tute blu invadono la Capitale. Partita intorno alle 9 e 45 da in piazza della Repubblica, la testa del corteo dei 50 mila operai convocati dalla Fiom Cgil è giunta intorno alle 11 in piazza San Giovanni. Sul prato, accanto alla basilica, è stato allestito il palco per i comizi conclusivi, che si terranno intorno alle 14. E non ci sono soltanto i lavoratori metalmeccanici a manifestare nel giorno dello sciopero generale: in arrivo fin dall’alba da tutta Italia giovani antagonisti dei comitati No Tav e dei centri sociali. In testa, uno striscione recitava: «Giù le mani dalla Val di Susa, no Tav».
STUDENTI IN FUGA – In corteo anche gli universitari della Sapienza. Una decina di uova sono state lanciate da studenti contro una filiale di Banca Intesa: i giovani hanno affisso sulla banca uno striscione che recita «Con l’augurio di un fallimento ad alta velocità ». In zona San Giovanni circa 200 studenti hanno cominciato a correre per abbandonare il percorso concordato: le forze dell’ordine li hanno raggiunti costringendoli a deviare nei vicoli verso la piazza.
Altri studenti sono stati protagonisti in mattinata di una rissa, quando un gruppo di neofascisti – che secondo la polizia stava distribuendo volantini – ha aggredito ragazzi del Liceo Righi che si apprestavano a raggiungere il corteo: tre i feriti.
Maurizio Landini, leader della Fiom, in corteo (Ansa) «BASTA AUTORITARISMI» – Alla testa del corteo anche il segretario generale delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini, che rivolgendosi agli operai della Fiat ha detto: «Marchionne si renda disponibile a riaprire una trattativa vera, a fare investimenti concreti in Italia e soprattutto a garantire le libertà sindacali. Deve smetterla di avere un atteggiamento autoritario. È una logica sbagliata, che non va da nessuna parte».
EVITARE INCIDENTI – I metalmeccanici della Fiom scioperano otto ore, venerdì, «per dire no alle scelte della Fiat, per difendere i diritti e l’art.18». Le forze dell’ordine sono in allerta per evitare incidenti ed eventuali deviazioni dal corteo come quelle che, sabato 3 marzo, hanno portato al blocco dello svincolo dell’A24 e della Tangenziale Est di Roma. Fin dall’inizio del corteo è stato attivato il Centro per la gestione della sicurezza, che monitora tutte le fasi della manifestazione attraverso le telecamere all’interno della sala operativa: gli spostamenti sono tutti filmati. Al Cipe, in via della mercede, un gruppo del movimento per la casa ha tentato un’occupazione respinta dalla Polizia.
Tra i manifestanti campeggiava anche una grande piovra con scritto «Finanza globale»: sui tentacoli, pupazzi che raffigurano Monti, la Merkel e Obama. C’è poi una delegazione di lavoratori dello stabilimento Alcoa di Portovesme con lo striscione dei dipendenti contro la scelta della società produttrice di alluminio di chiudere lo stabilimento sardo.
RIMOZIONI E DEVIAZIONI – Dalle 7 sono stati sgomberati tutti i veicoli in sosta e i contenitori per i rifiuti a piazza della Repubblica, piazza San Giovanni, e lungo tutto il percorso del corteo: via delle Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, via Cavour, piazza Esquilino, via Liberiana, via Merulana, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto. Dalle 12 chiuse alcune fermate della metrò A (San Giovanni e, forse, Labicana) e fin dalle 8.40 sono già state deviate 31 linee Atac. Si prevedono rallentamenti e code nel quadrante Esquilino-Appio per la chiusura di strade e la deviazione del traffico durante le 5 ore della manifestazione.
Lavoratori della Sigma Tau al corteo (Fotogramma)
GLI UNIVERSITARI – Disagi anche in zona piazzale Aldo Moro per il pre-corteo di No Tav e universitari, che parte dalla sede della Sapienza per raggiungere gli operai in piazza della Repubblica. «Casa, reddito e dignità », «Reddito e diritti per studenti precari» e «Studenti e operai uniti nella lotta», sono gli slogan di studenti universitari e studenti delle superiori, collettivi, movimenti per la casa come Action, centri sociali.
Una manifestazione della Fiom a Roma METRO’ CHIUSA DALLE 12 – Il lungo serpentone che andrà dalla zona della stazione Termini a San Giovanni dovrebbe accogliere anche esponenti politici, tra i quali il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, Fausto Bertinotti con l’associazione «Lavoro e libertà », il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero. Già in marcia anche gli esponenti Pd Vincenzo Vita e Antonio Bassolino. Partecipano poi Sergio Cofferati, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Francesco Garibaldo, Paolo Nerozzi, Rossana Rossanda, Aldo Tortorella, Mario Tronti. In No Tav sulla tangenziale lo scorso 3 marzo (Eidon)
COMIZIO IN SAN GIOVANNI – All’arrivo in San Giovanni, la folla si radunerà intorno al palco della Fiom per il comizio finale. Il percorso ricalca per grandi linee – dopo quasi cinque mesi – quello della manifestazione degli «indignati» del 15 ottobre scorso durante la quale si verificarono violenti scontri fra black bloc e forze dell’ordine. Giovedì in Questura si è tenuto il vertice che ha approntato il piano per l’ordine pubblico: non ci sono preoccupazioni specifiche – come, ad esempio, le infiltrazioni di violenti ipotizzate per la manifestazione no Tav di sabato 3 a San Lorenzo – ma sono state prese in considerazione le varie anime del mondo della protesta che partecipano al corteo, con migliaia di persone giunte da varie regioni.
Redazione Roma Online e Rinaldo Frignani
Related Articles
Tir, allarme nei supermercati “Scorte esaurite in due giorni” a Roma scontri pescatori-polizia
Passera: sì agli sconti sui pedaggi. Arrestati 12 autisti violenti Bombe carta, cariche e 5 feriti al sit-in dei lavoratori del mare davanti a Montecitorio
La guerra delle monete scatena l’attacco all’euro
WASHINGTON. «LA FEDERAL Reserve lo dica apertamente: l’America non desidera un dollaro forte». La provocazione viene lanciata da Christina Romer, un personaggiochiave nell’entourage di Barack Obama. È la fine di un tabù. È la conferma che la guerra delle monete è ricominciata: si sta combattendo a colpi di manipolazioni al ribasso dei tassi di cambio.
Tagli ai salari e licenziamenti “american camalli” in rivolta è il ritorno di Fronte del Porto