Grecia, sì all’intesa con i creditori e lo spread sui Btp scende sotto i 300

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ROMA – Atene annuncia che c’è l’accordo con i creditori privati sul debito: dopo mesi e mesi di trattative snervanti, il Paese è salvo. Le Borse europee brindano, l’euro si rafforza. E per la prima volta dallo scorso agosto lo spread tra i titoli italiani e tedeschi scende anche sotto i 300 punti. 
La notizia greca, una svolta per la “exit strategy” dalla crisi, viene confermata a metà  pomeriggio, quando le autorità  elleniche fanno sapere che è stata superata la 75% di adesione allo swap, un limite considerato cruciale per risollevare le sorti del Paese. I dati ufficiali si conosceranno solo stamani: ma già  in serata Atene dava per vicina la soglia del 95%. Fin dal mattino tutte le Borse si muovono al rialzo. Il segno più compare ovunque, da Francoforte (più 2,45%) a Parigi (2,54) a Londra (1,18): Milano guadagna l’1,62%. L’euro supera quota 1,32 sul dollaro. Ma soprattutto – ed è una notizia positiva per l’Italia – si accorciano le distanze con la Germania: il fatidico, sempre temuto spread tra i Btp nazionali e i Bund tedeschi scende sotto quota 300. 
Da Belgrado, il premier Mario Monti dichiara che gli «fa piacere» questo ritorno della fiducia. Spiega che «si restringe lo spread tra Italia, Germania ed Europa», leggendo quindi la novità  secondo un’ottica più larga. Poi, con un occhio alle tensioni politiche interne si augura «che non si allarghi il divario tra i partiti politici», che pure chiama «spread», «altrimenti ci sarebbe un prematuro intralcio alle nostre politiche di risanamento e di rilancio». Soddisfatto anche il ministro Corrado Passera: «Il nostro Paese sta lavorando in maniera molto determinata e i mercati se ne accorgono. Siamo comunque solo all’inizio di un lungo percorso». 
Atene rialza la testa. Con il passare delle ore si allunga la lista degli istituti che dicono sì al concambio dei bond: l’operazione sul debito prevede un taglio del 53,5% del valore nominale dei titoli in portafoglio. Molti gli organismi stranieri (da Allianz ad Axa, da Bbva a Bnp Paribas, ma anche Commerzbank, Credit Agricole, Deutsche Bank, Dexia). Non mancano gli italiani: Intesa San Paolo, per esempio, come pure Unicredit e Mediolanum. Il tutto, mentre la Bce riammette i titoli di Stato greci come garanzia della liquidità  e dei prestiti concessi alle banche.
Scende il differenziale tra i Btp decennali e i bund tedeschi, pur chiudendo a quota 300,72. Il rendimento del titolo italiano scivola fino al 4,81%, il minimo da luglio. Secondo calcoli empirici ma utili per avere un’idea della situazione, dal taglio dello spread potrebbero derivare risparmi per 50 miliardi in tre anni. Neppure quattro mesi fa questo differenziale era a 570; piano piano, con la cura Monti, è sceso. Fino a quest’ultimo ribasso che si è consolidato anche quando il presidente della Bce, Mario Draghi, ha previsto per quest’anno una ripresa graduale ma «debole» e zeppa di «rischi». Non si è mosso neppure alla conferma di una invarianza dei tassi. Sui mercati squassati da mesi di tensione si torna così a respirare. Lo stesso Draghi vede «diversi segnali di un ritorno di fiducia». Uno è lo spread, l’altro è il caso Grecia: sono attesi per oggi gli aiuti Ue.


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