Vertice a Palazzo Chigi sulla Tav “La violenza non è più ammissibile”

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Il passo successivo è stato quello di convocare per oggi a palazzo Chigi un vertice con Cancellieri, Passera e Catricalà  per riflettere sulle misure di sicurezza necessarie per fronteggiare l’emergenza e anche sull’eventualità  che possa essere necessario ricorrere a un decreto legge. 
La Tav entra di prepotenza nell’agenda di Monti e in quella di Napolitano. L’uno e l’altro, nei rispettivi ruoli istituzionali, stanno lavorando intensamente, anche dietro le quinte, per mettere a punto una road map per garantire la tranquillità  del Paese che si fonda su due punti cardine: andare avanti con i lavori secondo i protocolli già  stabiliti e individuare una strategia, anche con nuove misure per garantire la sicurezza e affrontare con il codice alla mano gli eventuali comportamenti violenti dei manifestanti No-Tav da mettere in un decreto legge. 
Incontri e telefonate per Napolitano (Cancellieri, Caselli, Virano) e per Monti l’incontro convocato per oggi nel palazzo di piazza Colonna che dovrebbe svolgersi alle 15, salvo ritardi dovuti al rientro del presidente del Consiglio da Bruxelles. Intorno al tavolo ci saranno il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, il collega per lo Sviluppo economico Corrado Passera, il sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà . E anche Mario Virano, il commissario di governo per la ferrovia Torino-Lione che ieri ha avuto un colloquio telefonico con il capo dello Stato. 
È una strategia attenta quella che stanno attuando il Quirinale e palazzo Chigi. Ricostruiamola attraverso gli incontri e le telefonate che ci sono stati ieri e nei giorni precedenti. Partendo da Napolitano. Due giorni fa, quando hanno cominciato a verificarsi i primi scontri tra No-Tav e forze dell’ordine, il presidente della Repubblica ha subito chiamato sul Colle il prefetto Cancellieri. Che gli ha portato gli ultimi rapporti di polizia e servizi sul rischio che le manifestazioni dei No-Tav possano degenerare. Napolitano ha più volte sentito il premier Monti. E ieri ha avuto un lungo colloquio con il capo della procura di Torino Gian Carlo Caselli, un magistrato di grande esperienza per il suo lavoro su mafia e terrorismo, che gli ha illustrato quali potrebbero essere, in questo momento e dal suo punto di vista, le misure necessarie. Della telefonata di Napolitano con il commissario Virano s’è detto. 
E Virano sarà  oggi a Roma. Stessi protagonisti, due diversi palazzi. Mentre era a Bruxelles Monti ha cominciato a riflettere sulla necessità  di discutere subito, con i ministri che si stanno occupando della questione, l’emergenza Tav. Passera e Cancellieri. Entrambi, in differenti dichiarazioni, hanno già  espresso la loro linea. Identica. La Tav non è un’opera che si può fermare, deve andare avanti, rispettando le leggi, gli accordi, le intese internazionali che sono stati da tempo sottoscritti. Trattati che non possono essere rimessi in discussione. Una marcia indietro non è ammissibile, sottolineavano anche ieri fonti di palazzo Chigi. Cancellieri ha sintetizzato così su Repubblica l’atteggiamento del governo: «C’è disponibilità  al dialogo per chi manifesta pacificamente, ma c’è fermezza nel far rispettare la legalità , nella decisione di non rinunciare alla Tav».
Su questo le parole di Monti non lasciano spazi a possibili fraintendimenti. L’Italia ha sottoscritto impegni internazionali dai quali non è ormai più possibile recedere. Del resto, come dice Cancellieri, «il dialogo non è mancato». Il punto fermo però, per Monti come per Napolitano, e su cui si ragionerà  oggi nelle stanze del governo, è che la val di Susa non può diventare nei prossimi giorni e mesi «un campo di battaglia». Né si può consentire che le manifestazioni assumano forme sempre più violente, né tantomeno che tra chi protesta s’infiltrino i professionisti della rivolta. Sarebbe un boccone troppo ghiotto per anarchici e black bloc. Se dovesse essere necessario, Monti e i suoi sono anche pronti a sottoscrivere un decreto, che avrebbe per certo pochi oppositori in Parlamento.


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