Il sogno svanito di una chiesa solidale

Loading

L’idea di una chiesa cattolica, di un clero progressista – in tutte le sfaccettature del termine – è un’idea che sembra non aver mai sfiorato gli uomini religiosi. In realtà  nel romanzo di Jennifer Haigh I sospiri degli angeli (Marco Tropea, pp. 302, euro 17,50) Artur, chiamato col nomignolo di Art dalla sorella-narratrice, ha un’idea fortemente progressista: avrebbe voluto vedere una chiesa al passo con i tempi, una chiesa che si adattasse e calzasse come un guanto le sue istanze di quattordicenne appena entrato in seminario a Boston. Per un ragazzo non di città  ma di una piccola cittadina come Grantham, Boston era quasi un miraggio.
Il sogno della grande città  però si scontra subito con la dura realtà  di una chiesa fortemente gerarchica e conservatrice che del progressismo e della modernità  non sapeva proprio cosa farsene. Art o Padre Breen si è sempre sentito come un pesce fuor d’acqua nella città  dove ha vissuto. Per fede o per uscire dai confini della piccola città  decide di prendere i voti giovanissimo, a quattordici anni.
Peregrina di parrocchia in parrocchia, si scontra con le autorità  clericali bostoniane, intrattiene rapporti d’amicizia con i vari fedeli e specialmente con la cuoca del Sacro Cuore. Parlano spesso lui e Fran Conlon, gli fa conoscere sua figlia Kath e il suo nipotino Aidan. Egli diventerà , ad un certo punto, la sua unica ragione di vita: se lui è presente, Art è felice; se lo deve andare a prendere a scuola, il «piccolo» parroco di provincia è felice.
Via con lo scandalo pedofilia, dunque, fulmine a ciel sereno per Art che viene allontanato dalla parrocchia il giorno prima del Venerdì santo e relegato in una sorta di case popolari per mariti divorziati e magari anche senza lavoro. Sgomento e preoccupazione assalgono Art, assalgono la sorella/narratrice che non poteva minimamente immaginare tutto quello che si imputava al fratello potesse essere reale. Le stesse sensazioni di ansia che non assalgono la famiglia del sacerdote che si chiude in se stessa, diventa introversa nei confronti di tutta Grantham, non avrà  più contatti col mondo reale. Tra le pagine pesanti come macigni, per accuse, ansia e poca scorrevolezza, si dipana un mondo che non si potrebbe immaginare, una situazione difficile per la quale si potrebbe essere «coinvolti anche ingiustamente», sembra dire l’autrice.
Così, tra Grantham, Boston, tra le periferie delle città  che non si sentono metropoli ma ecosistemi a parte, tra il mito dell’Italia, di Roma, del clero Vaticano, si dipana la triste vicenda di Art., partito da una piccola città  pensando che la chiesa potesse aiutare a costruire un mondo migliore. E finito a scoprire che quel mondo migliore era solo nella sua testa e non in quella della gerarchia ecclesiastica.


Related Articles

Il recinto dei beni comuni

Loading

Il volume «Oltre il pubblico e il privato» affronta le contraddizioni del diritto proprietario e la necessità  del suo superamento. Pone cioè il tema della produzione di nuove istituzioni espressione di una pratica del comune

L’Era della Pay Libreria

Loading

“Una svolta come per la tv: e-book in prestito e niente più mega-seller”   Riccardo Cavallero della Mondadori: “Dobbiamo investire nella tecnologia, in un mercato che tende a frammentare tutto E molti rischieranno di sparire” 

Quella dialettica aperta dal lavoro nei media

Loading

C’è un aspetto dell’opera di Theodor W. Adorno su cui si riflette poco: il suo lavoro nei mezzi di comunicazione di massa. Se la posizione adorniana sui media, da Dialettica dell’illuminismo in poi, è diventata, e lo è tuttora, il vessillo di ogni pensiero apocalittico (da Jean Baudrillard a Slavoj Zizek), quella che invece si definisce nel corso delle varie performances avvenute all’interno degli apparati produttivi della comunicazione tedesca dai primi anni ’50 fino alla fine dei ’60, è ignorata.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment