MENO EGOISMO PIà™ EUROPA

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La mia visione per l’Europa era e resta quella dei padri fondatori dell’Europa: è la visione dell’Europa unita, ciò che significa la visione di una convivenza sempre più stretta, sempre più insieme e interconnessi nel nostro continente. Il motivo e la riflessione più importanti che mossero i padri fondatori d’Europa – da Winston Churchill ad Alcide De Gasperi, Jean Monnet e Robert Schuman fino a Konrad Adenauer – resta valido ancora oggi. Fu allora il riconoscersi nell’intesa su una priorità : mai più guerra! Volevano un’Europa che finalmente, dopo due orribili guerre che le avevano portato tanti tremendi dolori e miseria, divenisse più saggia. E i padri fondatori d’Europa si trovarono d’accordo: solo l’Europa unita ci avrebbe dato la speranza di una durevole pace e libertà .
Chi, come me, ha vissuto da giovane la guerra con i suoi orrori e le emergenze tremende della vita, può giudicare con la sua stessa esperienza personale quale valore l’Europa unita abbia per la pace e per la libertà . Chi invece non ha sperimentato tutto ciò sulla sua pelle e – magari proprio adesso, nel bel mezzo della crisi che stiamo vivendo – si chiede che cosa ci porti davvero l’unità  dell’Europa, merita una risposta precisa. E tale risposta è semplicemente che, malgrado un periodo di pace durato finora già  65 anni, un periodo di pace d’una lunghezza senza precedenti nella nostra Storia, e malgrado alcuni problemi e difficoltà  che possiamo ancora risolvere e tenere sotto controllo, quel che l’Europa unita ci porta è la pace. Guardiamo oltre l’orizzonte del nostro piatto, guardiamo nella Storia. E allora ci sarà  chiaro: i nefasti fantasmi del passato non sono per nulla fugati, anzi potrebbero ancora tornare tra noi, in ogni momento. In altre parole: l’Europa resta una questione di guerra e pace, e del pensiero del bisogno di pace quale energia che muove l’integrazione europea.
I visionari di allora erano ben consapevoli, che il cammino dalla loro visione europea a una realtà  europea sarebbe stato difficile e lungo. Eppure non si lasciarono fuorviare. Loro – e non certo i dubbiosi e gli incerti, e già  allora ce n’erano abbastanza – si sono rivelati alla fine i veri realisti. Negli ultimi decenni abbiamo conseguito progressi enormi in Europa. Tra l’altro, poco più di vent’anni fa abbiamo abbattuto pacificamente la Cortina di ferro, abbiamo conseguito la riunificazione tedesca in pace e nella libertà  e con l’assenso dei nostri vicini e dei nostri partner nel mondo. Abbiamo anche compiuto la riunificazione dell’Europa – ben dieci dei 27 Stati membri dell’Unione europea, non dimentichiamolo, appena vent’anni fa erano al di là  della Cortina di ferro – e abbiamo una valuta europea comune, l’euro, che rende l’Europa un processo irreversibile. Tutte queste nostre grandi conquiste rafforzano l’Europa quale luogo della pace e della libertà , nella competizione globale, e quale partner del resto del mondo.
Chi oggi nel mezzo della crisi dubita e tentenna, ascolti la mia obiezione: dove saremmo oggi in Europa, se avessimo sempre scelto di soccombere agli spiriti ristretti e ai portavoce dell’eterno dubbio e scetticismo, e non avessimo invece pensato ad attuare la grande idea europea contro enormi resistenze? Intendiamoci, è ben vero che questa via verso l’Europa è stata spesso ardua. A volte ci è anche accaduto di compiere due passi avanti e un passo indietro, e non sempre siamo andati così avanti quanto ci eravamo decisi a fare. Ma anche queste contraddizioni appartengono all’Europa, e in futuro ciò al fondo non cambierà .
Cioè non cambierà  la necessità  di non esigere troppo l’uno dall’altro, e invece di creare il possibile insieme e di andare avanti con capacità  di resistere a un lungo sforzo, determinazione di conseguire i nostri obiettivi, e anche con audacia. Queste furono le premesse decisive di quella storia di successo chiamata integrazione europea. E questa è anche la lezione decisiva per oggi: il futuro non appartiene ai tedofori del dubbio, bensì a coloro che muovono la realtà  con un obiettivo chiaro davanti agli occhi. Sulle fondamenta, che così furono costruite, la casa europa potrà  essere ulteriormente edificata, ampliata e resa sempre più solida. Non possiamo permettere che l’attuale discussione in Europa e la situazione di seria crisi in Grecia ci spingano a perdere di vista l’obiettivo dell’Europa unita, o meno che mai di metterlo in forse, o di tornare indietro sui nostri passi. È invece giusta la scelta opposta: dobbiamo trasformare la crisi in una chance.
Proprio oggi, abbiamo bisogno di più Europa, e non di meno Europa. L’Europa è il nostro futuro. Non esistono alternative all’Europa. Tutti abbiamo motivi per essere ottimisti, per confidare che la nostra Europa uscirà  rafforzata dall’attuale crisi. Basta volerlo. Non lasciamoci ingannare né fuorviare.
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 Una manifestazione organizzata dagli "Esasperati della Torre Bianca" a Salonicco (Grecia), maggio 2011.  Una manifestazione organizzata dagli “Esasperati della Torre Bianca” a Salonicco (Grecia), maggio 2011. AFP

Di fronte all’inquietante realtà  degli stipendi non pagati, delle imprese in bancarotta e della disoccupazione di massa, i greci stanno scegliendo sempre di più la strada della disobbedienza civile. Atene è alle prese con un nuovo modello politico? Il reportage del Guardian da Salonicco.

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