Berlino, sì ad Atene Ma Merkel perde la sua maggioranza

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BERLINO — Sarà  anche una cosa «simbolica», ma Angela Merkel ha perso la «sua» maggioranza nel voto del Bundestag sul secondo pacchetto di aiuti per la Grecia. La mozione del governo è stata infatti largamente approvata, con il concorso dell’opposizione socialdemocratica e verde, anche se diciassette deputati dei partiti che sostengono il governo (otto cristiano-democratici, cinque cristiano-sociali, quattro liberali) hanno preferito rendere chiaro il loro dissenso. Altri tre si sono astenuti. La maggioranza assoluta è di 311 voti, e dallo schieramento «nero-giallo», come si dice qui, ne sono arrivati solo 304, che sarebbero stati sufficienti, comunque, per fare passare il testo, visto il grande numero di assenti. 
Certo, conta soprattutto che il Parlamento abbia dato il via libera al piano da 130 miliardi di euro deciso dall’Ue, mentre proprio ieri sera Standard and Poor’s ha abbassato ancora il rating della Grecia, portandolo a «SD» (default parziale). Ma Angela Merkel non può dormire sonni tranquilli dopo quanto è avvenuto. Tanto è vero che i Verdi, con Jà¼rgen Trittin e Renate Kà¼nast, hanno addirittura parlato del «crepuscolo» della cancelliera. È stato un voto più teso del previsto, forse anche per il clima non proprio sereno che lo ha preceduto. Il quotidiano popolare Bildurlava ieri mattina il suo «stop» ai miliardi che vanno a finire in Grecia, rincuorato dal sondaggio secondo cui il 62% per cento dei tedeschi avrebbe voluto che il Parlamento sbarrasse la strada agli aiuti. Significativo, poi, lo scontro con il ministro dell’Interno, il cristiano-sociale Hans-Peter Friedrich, convinto che la Grecia avrebbe maggiori possibilità  di «rigenerarsi e diventare più competitiva» fuori dall’eurozona. «La cancelliera non condivide questa posizione», ha replicato il portavoce della Merkel, Steffen Seibert. E Friedrich ha corretto il tiro. 
Poi, nell’intervento che ha preceduto il voto, la Merkel ha ribadito che sarebbe «irresponsabile» abbandonare Atene, ha sostenuto che un default incontrollato della Grecia avrebbe «conseguenze incalcolabili» sull’economia tedesca e ha ammesso che «non esiste nessuna garanzia di successo al 100 per cento». Quanto all’altro grande tema sul tappeto in queste settimane, ha ripetuto la sua contrarietà  al potenziamento del futuro meccanismo di stabilità  europeo (Esm). I versamenti tedeschi però saranno più veloci di quanto era stato stabilito in un primo tempo. Un segnale positivo, nel quadro di una posizione che potrebbe cambiare. Ma sarà  necessaria molta pazienza.


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