La verità  del comandante “Abbiamo sparato solo in acqua”

Loading

ROMA – «Io sottoscritto Umberto Vitelli, comandante della Enrica Lexie, ero intento sul ponte alla stazione radio quando ho sentito dare l’allarme da parte del team di protezione militare circa l’avvicinamento eccessivo di una barca». Inizia così la testimonianza che il comandante della petroliera Lexie ha inviato al suo armatore e alla magistratura italiana che sta indagando sull’uccisione dei due pescatori indiani il 15 febbraio.
La sua testimonianza, assieme a quella del suo ufficiale Carlo Noviello, è uno dei primi tasselli di una verità  che al momento è difficile da ricostruire: per la polizia e per la politica dello stato indiano del Kerala non ci sono dubbi, dalla petroliera sono partiti i colpi che hanno ucciso i pescatori. Gli ufficiali della petroliera invece raccontano una storia che potrebbe essere diversa da quella dell’assalto mortale al peschereccio St. Anthony, anche se non sono in grado di escludere nulla al cento per cento.
Seguiamo il racconto di Vitelli: «Ho immediatamente attivato l’allarme generale sincronizzato con le sirene esterne, ho chiarito che non si trattava di una esercitazione e ho detto che bisognava recarsi in sala controllo motore. La squadra militare intanto aveva preso posizione e avvertito più volte l’imbarcazione di non avvicinarsi, finché non aveva fatto fuoco di avvertimento in acqua». Il comandante spiega quindi che aveva chiesto a tutto l’equipaggio di non rimanere allo scoperto, e aveva chiesto ai meccanici di dargli «tutta la potenza disponibile» con controllo del timone manuale per potersi allontanare dai pirati. Dopo poco «mi veniva comunicato che l’imbarcazione si allontanava e si ritornava alla normalità : il tutto accadeva dalle ore 16 (ora indiana) alle ore 17».
Il comandante a quel punto prosegue sulla sua rotta, ma «vengo contattato dal comando MRCC di Bombay (la guardia costiera indiana, ndr) il quale, tramite il Secondo ufficiale di coperta indiano, mi comunicava di aver ricevuto informazione del sospetto attacco pirata e in conseguenza di aver catturato 2 barche, chiedeva di cambiare rotta e di dirigere su Kochi». Il comandante Vitelli chiede conferma della richiesta con un ordine scritto «e alle 19,15 si cambiava rotta in direzione di Kochi». La petroliera rientra in porto, con la scusa di andare a riconoscere i pirati superstiti.
Il primo italiano ad avere visto la sospetta nave pirata era stato però il «comandante in supporto» Carlo Noviello, che nella sua testimonianza spiega che «verso le ore 15,45 ho notato un bersaglio sul radar (una traccia di nave, ndr) a 2,8 miglia che si avvicinava alla nostra nave; accanto a me si trovava il membro del team NMP Latorre e subito l’ho avvisato. Col binocolo apparentemente sembrava una barca da pesca di circa 12 metri, abbiamo continuamente monitorato la barca che nel frattempo di avvicinava sempre di più».
Noviello spiega quali misure mette in atto Vitelli, e poi dice «il comandante dà  ordine della massima potenza, la squadra ha mostrato le armi senza nessun risultato e dopo ha sparato in acqua per intimare l’allontanamento. La barca si allontanava, alle ore 17 si ritornava alla normalità ».


Related Articles

Il salvagente dell’immunità a Trump: un’altra macchia della Corte Suprema USA

Loading

La decisione della Corte Suprema sui poteri presidenziali assesta un colpo al sistema dei contrappesi poiché conferisce al presidente poteri che potrebbero essere abusati senza nessuna conseguenza

San Francisco alla guerra della circoncisione

Loading

Referendum per mettere al bando la pratica. Insorgono ebrei e musulmani: “Razzisti”


Cina. Xi Jinping, l’ultimo imperatore si prende i Brics e tutto il partito

Loading

Il leader cinese apre l’assise degli emergenti a Xiamen dove arrivano Modi e Putin a “omaggiarlo”. Nel partito non ha più rivali, ha collezionato tutte le cariche e in ottobre sarà incoronato per altri 5 anni

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment