Basta con il tatticismo gli errori di Angie ci rendono più deboli

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Per noi tedeschi, il caso Wulff era uno scandalo che andava risolto al più presto. Per voi altri europei, è comunque esemplare che poche ore dopo la richiesta della magistratura di revocargli l’immunità , un leader politico si dimetta. Tra l’altro per accuse ben minime, se confrontate con conflitti d’interessi, corruzione di minorenni, tangenti ai magistrati, o diamanti regalati da sanguinari dittatori africani all’Eliseo. Ecco la prima considerazione: la Germania si mostra più simile al rigorismo britannico o americano che non ad altri paesi europei. Eppure, il discorso non si esaurisce qui. La prova del fuoco del dopo-Wulff sarà  se la cancelliera Angela Merkel saprà  o no mostrare la lungimiranza di chiedere al candidato ideale, quel pastore Joachim Gauck, il piccolo Havel della Ddr cui lei preferì il parvenu Wulff nel 2010 per calcoli tattici, di essere il suo prossimo candidato presidente. Da questo dipende anche il suo futuro come leader dell’Europa, quindi l’avvenire del continente.
Diciamolo: Christian Wulff è inciampato in una catena di errori, e non appena la magistratura è intervenuta lui si è dimesso. La corruzione comunque è il problema ovunque nel mondo. La differenza è tra paesi come Germania e mondo anglosassone, dove opinione pubblica e giustizia reagiscono subito, e altri. Da noi al minimo sospetto la magistratura, e persino i media più filogovernativi, partono subito all’attacco. Contro Wulff e le sue richieste con telefonate minatorie di tacere sul suo caso, Bild e l’intero gruppo Springer si sono mossi informando su tutto. Certo è il gioco di Bild: adora mettere un potente alla berlina, e così vendere copie. Ma è un vantaggio decisivo della democrazia tedesca, che la accomuna a quelle britannica e americana le quali nel dopoguerra ci aiutarono a scrivere la Costituzione. 
È doveroso però aggiungere che i facoltosi imprenditori cui Wulff si rivolse sono i peggiori speculatori senza scrupoli, hanno rovinato risparmiatori come o peggio di Lehman Brothers. Un mondo squallido, e un po’ l’altra faccia del tatticismo disinvolto con cui Angela Merkel governa la Germania. 
Angela Merkel ha un grande istinto tattico, ma non mostra una visione strategica, né per il nostro paese né tanto meno per l’Europa. Su questo io, intellettuale di sinistra critico, sono d’accordo con quanto l’intellettuale conservatore Michael Stuermer ha detto a Repubblica. Un anno e mezzo fa lei scelse Wulff il parvenu anziché Gauck, lo Havel della Ddr. Scelse spinta da egoismo di potere. Questo tatticismo è popolarissimo tra gli elettori. Purtroppo i tedeschi non capiscono che i continui temporeggiamenti tatticisti della cancelliera sugli aiuti alla Grecia o i pur costosi interventi tedeschi per la salvezza dell’euro alla fine rincarano il conto. Credono a torto che la Merkel difenda bene i loro soldi. 
Purtroppo l’opinione pubblica tedesca non vede che rispetto alla velocità  della crisi internazionale il lento tatticismo della Merkel fa quasi pensare a una corsa di formula uno tra una Bmw a 12 cilindri e una Trabant. Merkel convince perché sembra non perdere i nervi. Ma è come un valium che intossica gli elettori. Regna nella Germania del caso Wulff e del potere di Angela Merkel un’atmosfera mista di autoanestesia e di panico. Nessuno sa come risolvere il problema dell’euro, e allora ci si affida al day-by-day. Mancano a Merkel convinzioni strategiche, non è un’europea, è una tatticista tedesca. Ha la fortuna di governare l’economia più forte, ma quella forza non è merito suo. Vediamo ora se troverà  un presidente invulnerabile ad accuse di corruzione, se proporrà  Gauck, il preferito dal paese. Sarebbe un gesto di grandezza, ma temo il suo tatticismo. Gauck visse come lei nell’est oppresso, ma lottando contro il regime, non adeguandosi come lei. Ultima considerazione: la Germania a cui Merkel piace tanto è la Germania di una generazione di parvenu, i Wulff, gli Schroeder, gli Joschka Fischer. Gente che ha perduto la memoria del passato e l’idea di priorità  dell’etica sul potere e sul denaro. La Germania dell’anno zero ci dette giganti del senso etico e dello Stato, da Brandt ad Adenauer, da Schmidt a Helmut Kohl. La Germania forte, la stabile e corretta democrazia di oggi che caccia veloce Wulff, è ben più etica del berlusconismo o della Francia di Sarkozy, ma ha smarrito quel sistema di valori solidali. 
(testo raccolto 
da Andrea Tarquini)


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