Nuovo suicidio a Opera: in settecento si sono tolti la vita dal 2000

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PADOVA – Settecento in dodici anni: in tanti si sono tolti la vita dietro le sbarre delle carceri italiane dal 2000 a oggi. In totale, sono 1,954 le persone che non sono sopravvissute alla detenzione nello stesso arco di tempo. Numeri cui vanno aggiunti quelli riguardanti la polizia penitenziaria: 85 suicidi, tra cui quello del provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Calabria, Paolo Quattrone, e della direttrice del carcere di Sulmona, Armida Miserere. Altri 6, invece, gli “incidenti sul lavoro”. Sono i dati divulgati oggi dall’Osservatorio permanente sulle morti in carcere.

Solo quest’anno, in neanche due mesi, sono otto i suicidi registrati e 21 i decessi avvenuti in totale, di cui 9 per cause ancora da accertare. L’ultimo suicidio in ordine di tempo è quello di Pino Cobianchi, 58 anni, che si è impiccato mercoledì scorso nella cella del carcere di Opera a Milano, dove era detenuto con una condanna all’ergastolo per l’omicidio di tre prostitute nel 2003, più altri scampoli di pena per una serie di rapine commesse con lo pseudonimo di “Robin Hood” e alcuni furti e incendi. Nel 1979 era stato condannato a Milano per un delitto commesso l’anno prima al velodromo Vigorelli, per l’omicidio di un «ragazzo di vita», che taglieggiava.
Oggi il legale dell’uomo, Laura Antonelli, accusa: “Di questo evento tragico non sono stati informati né i famigliari né la compagna di Cobianchi. Sono stata io a darle la notizia, quando invece è un preciso diritto del familiare contemplato dall’ordinamento penitenziario, in questi casi, di essere informati”.

 

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