De Benedetti: crisi strutturale il governo Monti va sostenuto
PALERMO – «La crisi? Strutturale, durerà ancora anni». E tra le cause c’è «una politica timorosa che, in passato, non ha mai saputo guardare oltre l’orizzonte elettorale». Ma Carlo De Benedetti, presidente del gruppo editoriale L’Espresso, dice che «il governo Monti, una genialità politica del presidente Napolitano, merita sostegno. La riforma pensionistica è un capolavoro, probabilmente la migliore in Europa». De Benedetti, a Palermo per una lectio magistralis alla facoltà di Economia, ha invitato anche «a credere nelle liberalizzazioni. E ancora più considerazione spetterà a questo governo se riuscirà a tagliare la spesa pubblica e alleggerire la pressione fiscale, cosa mai riuscita in questo Paese». De Benedetti si è soffermato anche sull’articolo 18: «In 55 anni di lavoro non mi ci sono mai imbattuto. È solo ideologia, un falso problema». Poi il tema dei fondi all’editoria: «Togliamo il finanziamento all’editoria che non sta in piedi da sola. In un momento di difficoltà del Paese non si tengono in vita i morti. Perché dobbiamo pagare ancora per i giornali dei partiti, che hanno già il rimborso elettorale?». Davanti a un’aula affollata, De Benedetti ha sostenuto il nuovo corso di Confindustria Sicilia schierata contro il racket («Oggi Libero Grassi sarebbe ancora vivo») e ha incoraggiato gli studenti: «In questo mondo non serve più la raccomandazione del politico di turno ma è il sapere il fattore determinante: studiate, studiate, studiate…».
Related Articles
Google e Facebook, i grandi rivali si alleano per connettere il mondo
L’obiettivo è comune: diventare parte attiva nella diffusione di Internet in tutto il mondo. E per farlo Google e Facebook sono pronti a collaborare
Web bad boys
Web. Ci sono passati tutti Prima Bill Gates Poi Steve Jobs Quindi Larry Page e Sergey Brin Fino a Mark Zuckerberg e Jeff Bezos Tre generazioni unite dalla stessa parabola Cominciano idealisti e finiscono monopolisti
Trattativa per una nuova sede a Detroit così cresce il feeling tra l’ad e la città Usa