Fornero: “L’articolo 18 sarà l’ultimo tema” Camusso: “Per noi non c’è, ma partiti bene”
ROMA – L’articolo 18 sarà l’ultimo degli argomenti della trattativa sul mercato del lavoro ma il governo non ha intenzione di porre alcun «aut aut». Elsa Fornero, ministro del Lavoro, ha avviato così il difficile negoziato con le parti sociali. Da ieri si è cominciato a trattare. Un mese a disposizione, forse meno. Tempi stretti anche perché sindacati e imprese hanno già tra loro sfoltito parte degli argomenti. Lunedì prossimo un nuovo round, non più a Palazzo Chigi, ma al ministero del Lavoro sugli ammortizzatori sociali. La cui riforma, tuttavia, entrerà in vigore non prima di un anno e mezzo. La nuova recessione (da ieri l’Italia lo è tecnicamente con il secondo consecutivo trimestre con il Pil negativo), e le prevedibili conseguenze che avrà sui livelli occupazionali, sarà affrontata con gli attuali istituti, dalla cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) all’indennità di mobilità .
«Non è un prendere o lasciare, quella che vi ho illustrato – ha detto la Fornero a sindacati e imprese -. È la filosofia del governo. Ma deve essere chiaro che il tema del riordino dei contratti e delle flessibilità in entrata è subordinato al tema della flessibilità in uscita. Ma lo lasceremo per ultimo visto che su questo non avete trovato un punto di convergenza». Una sorta di tregua, dunque.
E proprio sull’articolo 18 che le differenze sono quasi inconciliabili. Il leader della Cgil, Susanna Camusso, ha detto che si è partiti con il piede giusto, ma poi ha ribadito: «Per noi il tema dell’articolo 18 non c’è. È un principio di civiltà , una norma incancellabile: l’unica possibilità di discussione riguarda tempi e modi dei processi di lavoro sul reintegro». Vicina alla Cgil la posizione dell’Ugl. La Cisl e la Uil sono certe che il governo interverrà e quindi è meglio prepararsi con una controproposta: per esempio quella di escludere dal reintegro nel posto di lavoro i licenziamenti individuali per motivi economici. Va all’attacco la Confindustria con il presidente Emma Marcegaglia: «Per noi la riforma significa flessibilità in entrata, ammortizzatori sociali e flessibilità in uscita».
Nella girandola di incontri di ieri, è emersa una sostanziale intesa sull’apprendistato: dovrà essere effettivamente un contratto formativo e rappresentare, senza abusi, la forma tipica di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
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