Milano, omicidio volontario per il vigile “Il giovane in fuga colpito alla schiena”

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MILANO – «Era armato, era armato». Alessandro Amigoni lo ha ripetuto prima al suo comandante, e poi, l’altro ieri sera, quando si è seduto davanti al pm milanese, Roberto Pellicano. Unica versione su quattro messe a verbale. Ed è per questo che contro il vigile urbano di 36 anni, l’accusa si è aggravata da eccesso colposo di legittima difesa in omicidio volontario. Che sia stato lui a uccidere Marcelo Valentino Gomez Cortes, cileno di 28 anni, con piccoli precedenti, al termine di un inseguimento alla periferia Est di Milano, è pacifico. Sul come, ma soprattutto sul perché, invece, da ieri ci sarebbero ancora pochi dubbi da fugare. 
Amigoni ha spiegato come, una volta tamponata la Seat Cordoba con a bordo due sospetti, si sia messo con l’agente con cui era di pattuglia al loro inseguimento a piedi e di aver estratto la pistola e poi sparato solo quando il più lontano dalla sua posizione ha brandito un’arma. Il suo collega, però, ha smentito questa versione. E la stessa ricostruzione l’hanno indicata gli altri due ghisa, accorsi leggermente dopo. Nella traiettoria tra il malvivente in fuga e Amigoni, sarebbe spuntato Cortes. Colpito da un unico colpo della Beretta d’ordinanza, secondo le prime ricostruzioni, alla schiena. Ipotesi che verrebbe suffragata dall’unica persona che ha assistito alla scena. Un passante, intervistato da Tgcom, ma non ancora sentito a verbale: «I due non avevano pistole né niente, urlavano solo “non sparate, non sparate”», ha detto l’uomo.
È stretto il riserbo sull’indagine. «Servono tutti i rilievi del caso», sottolinea il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati. Domani verrà  effettuata l’autopsia e una perizia balistica per capire l’esatta traiettoria del proiettile. Il legale di fiducia del vigile indagato, l’avvocato Giampiero Biancolella (lo stesso dell’ex patron Parmalat Calisto Tanzi), d’accordo con il comando dei vigili, ha ottenuto già  ieri il trasferimento del suo cliente in un ufficio, senza la dotazione della pistola d’ordinanza. La mossa ha una spiegazione molto chiara. «Tecnicamente il reato contestato al vigile può prevedere anche un’ordinanza di arresto in carcere a suo carico – ha spiegato lo stesso Biancolella – Escludo che, nonostante l’ipotesi di reato contestata, ci siano necessità  che impongano l’arresto, in considerazione del fatto che Amigoni non utilizzerà  più un’arma e dunque non c’è il pericolo di reiterazione del reato e men che meno ci sono i pericoli di fuga e di inquinamento probatorio, anche perché sono già  stati sentiti i testimoni».
Anche l’ex moglie del ventottenne ucciso, ha deciso di rivolgersi al legale Corrado Limentani, per seguire gli sviluppi dell’indagine. La donna, con Cortes ha avuto due figli di 6 e 5 anni.


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