Palladio e Sator, patto sull’8% di Fonsai
MILANO – Palladio e Sator hanno, insieme, l’8% del capitale ordinario di Fonsai. Anche se la somma è – da un punto di vista del tutto teorico – leggermente impropria: i due pacchetti, comunicati ieri alla Consob, sono infatti uniti da un “patto di consultazione” (costituito e annunciato sempre ieri) che «non prevede alcuna intesa o obbligo» sul voto; insomma, non si tratta di un blocco unico, anche (e forse soprattutto) dal punto di vista legale: sia ai fini dell’Isvap (sopra il 10% occorre chiedere l’autorizzazione all’istituto di vigilanza) sia nei rapporti con la Consob.
Ieri comunque – in una giornata in cui Fonsai è stata oggetto ancora di scambi vorticosi, visto che è passato di mano il 7% del capitale – almeno una parte di chiarezza è stata fatta. Con due comunicati quasi contemporanei ma assolutamente distinti, Palladio finanziaria ha resto noto che dopo aver superato la soglia del 2% (lo scorso 3 febbraio) ieri ha superato quella del 5% (il 5,002% del capitale ordinario). Una comunicazione dunque fatta prima del limite massimo prescritto dalla Consob (cinque giorni di Borsa aperta) e con la voglia precisa di “farsi vedere”: prima era stata comunicata la quota poco sopra il 2, ora poco sopra il 5%. Sator invece ha reso noto di aver superato la quota del 2 e anzi di aver raggiunto il 3,011% due giorni fa. Secondo fonti di mercato, tra Palladio e Sator finora sono stati spesi una trentina di milioni; almeno per quanto riguarda Sator, il prezzo medio di carico è intorno a un euro. Il comunicato di Sator aggiunge un particolare di rilievo: gli acquisti sono stati fatti nel periodo dal 30 gennaio al 13 febbraio, per un volume pari ad un ventesimo degli scambi totali. Dunque, ci sono altri protagonisti ancora nell’ombra, anche se non può essere in teoria escluso che si tratti solo di day traders, di accaniti piccoli investitori che si sono concentrati su una partita finanziaria che minaccia di essere solo agli inizi.
Di certo, nel patto di consultazione reso noto ieri, Sator e Palladio hanno dichiarato che il loro agire «si fonda sul comune interesse a sostenere il piano di ricapitalizzazione» di Fonsai, in quanto la società «rappresenta uno dei più importanti operatori italiani» del mercato assicurativo, con un patrimonio «di organizzazione e di persone di primaria importanza». Difficile dire se in queste affermazioni ci sia già implicito un progetto di proseguire ad arrotondare pacchetti azionari; di sicuro c’è dichiarato l’intento di seguire l’aumento di capitale e di porsi con un’ottica industriale. Si vedrà , cosa questo significhi nella realtà delle cose.
Di sicuro, fin d’ora un pacchetto dell’8% rappresenta un elemento con cui fare i conti ed è probabile che sia anche destinato a salire. E già così le azioni in questione non sono poche nelle votazioni che si prospettano, sia per l’aumento di capitale, sia poi in seguito, nelle assemblee di fusione. Sempre che l’operazione vada avanti così come immaginato finora, con Premafin e Unipol. Non sembra che Unicredit e Mediobanca siano entusiasti, mentre a quanto pare Paolo Ligresti potrebbe essere più vicino a Palladio e Sator.
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