Ma più soldi alle banche
Per il presidente della Bce, infatti, dopo un quarto trimestre molto difficile, l’economia dell’eurozona sembra essere«stabilizzata a bassi livelli in questo inizio di 2012», ma l’attesa è per «una ripresa molto graduale nel corso dell’anno». Secondo Draghi, le misure prese nei mesi scorsi sia dai governi che dalle istituzioni come la stessa Bce hanno attenuato le tensioni dei mercati finanziari. La Bce, ha assicurato Draghi, intende continuare a sostenere il funzionamento del sistema finanziario e in ultima istanza dunque dell’economia reale. Riguardo all’inflazione, Draghi ha confermato le attese di prezzi sopra al 2% annuo nei prossimi mesi per poi scendere nel corso dell’anno.
Quanto alle decisioni prese dal direttivo, la Banca centrale europea ha lasciato invariato il tasso di riferimento all’1%. La decisione dell’istituto guidato da Mario Draghi riflette le aspettative degli operatori (ma non le proiezioni degli indici Euribor che danno per imminente un prossimo taglio). C’è da dire, inoltre, che la Bce si appresta a varare una nuovo – dopo il finanziamento di dicembre – maxi prestito (si parla di circa 1000 miliardi di euro) alle banche (a 3 anni all’1%) che in molti interpretano come una misura paragonabile, a tutti gli effetti, a un allentamento quantitativo, cioè a una riduzione dei tassi di interesse.
Quanto alla manovra varata in dicembre, attraverso la quale gli istituti di credito europei hanno ricevuto finanziamenti per oltre 489 miliardi, secondo Draghi «ha evitato il credit crunch». In merito a nuove misure di finanziamento, il presidente della Bce ha ribadito che «aumentare i collaterali» – cioè le garanzie offerte dalle banche in cambio di prestiti a tassi agevolati – accettandone di più rischiosi « aumenta i rischi, ma possiamo gestirli». Lo stesso, per la prossima asta a 36 mesi in programma a fine febbraio, per la quale la Bce si aspetta «una domanda sostanziale».
In merito al costo del denaro il governatore della Bce ha sostenuto «non abbiamo discusso di una eventuale modifica dei tassi di interesse». Da ricordare che l’ultima riduzione non fu votata all’unanimità , ma a maggioranza.
Quanto alla Grecia, Draghi ha annunciato di aver ricevuto poco prima della conferenza stampa una telefonata dal primo ministro greco che confermava che era stato «raggiunto un accordo finale». E cioè, un accordo tra i partiti sui nuovi tagli, indispensabile per sbloccare il secondo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro. «Sono fiducioso che tutte le tessere del mosaico andranno al loro posto», ha dichiarato Draghi in relazione alle trattative della Grecia con la Troika Ue, Bce, Fmi e soprattutto con le banche. Draghi, però, ha ripetuto a più riprese che la Bce non è parte delle trattative delle banche con la Grecia perché registrare una perdita sui bond greci detenuti «equivarrebbe a una forma di finanziamento monetario» che va contro le regole della Bce. Alla domanda se l’accordo in discussione con la Grecia possa servire da cornice di riferimento per il salvataggio di altri paesi, Draghi ha risposto con una battuta: «La Grecia è unica per tutto».
Come al solito il presidente della Bce è intervenuto anche sul mercato del lavoro, sostenendo che «bisogna ridurre le rigidità e aumentare la flessibilità ». In generale Draghi ha ripetuto che nei Paesi dell’area euro sono necessarie riforme strutturali per rafforzare le performance delle economie, tra cui «riforme ambiziose sulla concorrenza nei mercati di prodotti e servizi». Intanto, una nota diffusa alla conclusione del direttivo Bce, spiega che la richiesta (accolta) all’estensione temporanea dei criteri di idoneità dei prestiti bancari conferiti a garanzia delle operazioni di credito dell’eurosistema, era stata presentati da 7 banche centrali nazionali, da Bankitalia alla banca nazionale francese.
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