La paura greca blocca le borse Si riduce lo spread

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Se sarà  varato, arriveranno nuovi prestiti, mentre se Ue, Bce e Fondo monetario internazionale non otterranno quanto richiesto, i cordoni della borsa rimarranno chiusi con quasi certo default del paese e conseguenze «terribili» per tutti quelli (banche in testa) che hanno acquistato bond pubblici di Atene. Di qui il succedersi di ondate di ottimismo, poi di pessimismo che hanno spinto al rialzo e poi al ribasso gli indici di borsa.
Il problema è che la trattativa tra l’Unione Europea e la Grecia è appesa a un filo: Bruxelles aspetta segnali da Atene per convocare l’Eurogruppo che entro l’inizio della prossima settimana dovrà  deliberare la nuova tranche di aiuti da 130 miliardi. Senza questi soldi Atene non sarà  in grado di rimborsare i titoli di stato in scadenza a cominciare da circa 13 miliardi di euro di bond che dovranno essere rimborsati attorno al 10 marzo. Certo, c’è un certo ottimismo: i mercati scommettono che l’accordo ci sarà . Altrimenti i costi del fallimento potrebbero essere nettamente superiori a quelli di un default «pilotato», cioè di un taglia (ormai si parla del 70%) del valore nominale delle obbligazioni greche. Secondo voci rilanciate dalla Reuters, la Banca centrale europea non avrebbe dato l’ok definitivo sulla disponibilità  a scambiare i bond greci in portafoglio (circa 50 miliardi di euro) in cambio di altri bond emessi dal fondo salva Stati ad un prezzo che si traduce in un abbattimento del debito di Atene di 11 miliardi di euro. E visto che si scommette su tutto, i bookmaker (soprattutto inglesi) pagano le probabilità  di un ritorno alla dracma molto di meno di quanto «danno» la possibilità  della Grecia di una permanenza nell’Eurozona. 
Sulla base di questi sentimenti contrastanti le borse si sono mosse con un andamento altalenante. Dopo una apertura prudente, hanno incrementato i guadagni, ma a fine seduta quasi tutte hanno ripiegato perché da Atene non provenivano notizie positive. A Milano, Piazza Affari, dopo essere volata anche oltre il 2%, ha chiuso con un guadagno dell’1,08% con i titoli del comparto bancario (che pesano per circa il 20% dell’intero listino) in evidenza. Sulle altre piazze europee, Londra ha perso lo 0,24%; Francoforte lo 0,08%, Parigi lo 0,05% anche a causa delle previsioni della Banca centrale secondo cui nel primo trimestre del 2012 l’economia registrerà  crescita zero. Dagli Stati Uniti, intanto, è arrivata una notizia positiva: nell’ultima settimana le richieste di mutui sono aumentate del 7,5%. Ma anche le borse Usa, dopo un avvio promettente, hanno ripiegato in territorio negativo
Ma veniamo agli spread. La dichiarazione di Monti alla stampa Usa («l’Italia è fuori pericolo») sembrano aver allentato un po’ le tensioni sul mercato del debito. In mattinata il differenziale di rendimento tra i Btp decennali e il Bund è sceso a quota 349 punti con un tasso del 5,49% (50 punti base in più rispetto a quanto paga la Spagna) per poi risalire a 366 e calare infine a quota 361 punti con i Btp a 10 anni che rendono il 5,552%, 5 anni il 4,178% e i 2 anni il 2,914%. 
L’andamento delle borse è stato condizionato anche da notizie non positive sul fronte macroeconomico. La Germania (l’Ufficio federale di statistica) ha fatto sapere che le esportazioni in dicembre sono scese dello 4,3% mensile, la caduta più ampia da tre anni, mentre l’import è diminuito del 3,9%. Il surplus destagionalizzato tedesco è sceso a 13,9 miliardi di euro dai 14,9 miliardi di novembre. Gli analisti avevano previsto una flessione molto più modesta per l’export, mentre per le importazioni si sperava in un aumento dello 0,6%. 
Intanto la Spagna ha lanciato un’asta a sorpresa per il collocamento di titoli a 10 anni con un obiettivo di raccolta tra i 2 e 3 miliardi di euro. Secondo quanto riportato dall’agenzia Afp, la domanda sarebbe molto forte a avrebbe superato i 4,5 miliardi di euro.


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