«Di tutto per evitare il contagio europeo»
La banca centrale statunitense, la Fed, farà di tutto per evitare che la crisi in Europa abbia ripercussioni sul sistema economico e finanziario americano. Lo ha detto il numero uno della Fed, Ben Bernanke, nel corso di un’audizione al Senato Usa. «Manteniamo contatti frequenti con tutte le autorità europee e continuiamo a vigilare la situazione in Europa da vicino, pronti – ha assicurato – a prendere tutte le misure necessarie per proteggere il nostro sistema economico e finanziario». Poi ha rivolto lo sguardo più all’interno, ammettendo che «la ripresa economica resta lenta in maniera frustrante». Nel corso dell’audizione parlamentare ha anche sottolineato come «la strada sia ancora lunga prima di un ritorno alla normalità del mercato del lavoro», nonostante l’inversione di tendenza registratasi ultimamente sul fronte dell’occupazione. Il tasso di disoccupazione negli Usa è sceso all’8,3% in gennaio, il dato più basso dal febbraio 2009, ma sempre molto alto: infatti per per Bernanke è «particolarmente problematico» e « resta l’inusuale alto livello della disoccupazione di lungo termine». Infine, un monito al Congresso, come ha già fatto la settimana scorsa il presidente Barack Obama: «Dovrebbe stare attento a non ostacolare inutilmente l’attuale ripresa economica». Un appello chiaro: «Per raggiungere una stabilità economica e finanziaria – ha sottolineato il banchiere centrale – è necessario stabilizzare il debito e preferibilmente ridurlo nel tempo».
Bernake ha parlato indirettamente della Grecia e del rischio default, cui ieri le borse europee hanno guardato fino a un certo punto. Dopo aperture negative, hanno recuperato terreno a fine seduta in attesa di sviluppi sul fronte della crisi greca. Piazza Affari ha girato in positivo con gli indici Ftse Mib e Ftse It All Share che guadagnano lo 0,62 e lo 0,41% rispettivamente. Sul filo della parità Parigi, Francoforte, Londra e Madrid. Mentre la borsa di Wall Street era in leggero rialzo a metà seduta. per quanto riguarda il caso Italia, è continuata la discesa dello spread tra BTp e Bund a 10 anni. Il differenziale si è fermato sotto la soglia psicologica dei 370 punti, a quota 363 con il rendimento al 5,62 per cento. Notizie negative, infine, per la Germania. In dicembre è stato drastico il calo della produzione industriale, con una flessione del 2,9% rispetto a novembre contro stime per un dato invariato. Si tratta della peggiore contrazione da tre anni a questa parte.
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