Confindustria, Riello fa spazio a Bombassei

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ROMA – Andrea Riello rinuncia a sorpresa alla corsa per la presidenza della Confindustria. «Non faccio un passo indietro, ma di lato. In questo momento terribile ho deciso di non continuare, due candidati bastano e avanzano. Bisogna dare un esempio di sobrietà », ha detto ieri a Mogliano Veneto davanti ai 65 rappresentanti degli imprenditori del Triveneto. 
A questo punto in pista per la successione a Emma Marcegaglia restano i due lombardi Alberto Bombassei, il metalmeccanico presidente della Brembo, e Giorgio Squinzi, il chimico patron della Mapei. Una sfida a due, dunque, come molti pronosticavano. D’altra parte, Riello, con una campagna elettorale partita molto tardi e priva di particolare convinzione, non era riuscito a raccogliere oltre i potenziali voti del Veneto. Che, libero dai vincoli del sostegno a una candidatura di bandiera, dovrebbe appoggiare per la stragrande maggioranza Bombassei, vicentino di nascita, ma soprattutto più vicino agli umori dei piccoli imprenditori nordestini. Anche se, va detto, ieri sia il presidente degli industriali veneti, Andrea Tomat, sia quello dei vicentini, Roberto Zuccato, hanno dichiarato che decideranno sulla base delle proposte dei due candidati. Solo il presidente di Pordenone, Michelangelo Agrusti, ha detto di stare con il patron della Brembo. E con Bombassei si è schierato pubblicamente il presidente del Gruppo editoriale L’Espresso (editore di Repubblica), Carlo De Benedetti: «Alberto Bombassei ha tutte le caratteristiche per essere un grande presidente di Confindustria. È un grande imprenditore che da Bergamo è riuscito a fornire freni a tutto il mondo. Come presidente di Confindustria lo giudicheremo se verrà  eletto».
Inizialmente, l’appuntamento di Mogliano Veneto doveva essere il primo confronto all’americana tra i tre candidati. Qualcosa nell’organizzazione non deve aver funzionato visto che Squinzi aveva già  fissato per la stessa data un incontro in Toscana. Alla fine il palcoscenico è stato tutto per Bombassei, convinto di essersi rafforzato: «Questo “passo a lato” credo che mi faciliti il percorso per mantenere la maggioranza dei consensi che stiamo raccogliendo in giro per l’Italia». Si dice che lo stesso Riello possa entrare a far parte dell’eventuale squadra di Bombassei. Il quale, tuttavia, ha smentito qualsiasi accordo preventivo. «Se sarò eletto presidente farò una squadra di eccellenze, molto stretta sul modello di quella del governo dei professori».
La partita, dunque, è ancora molto aperta e si concluderà  solo il 22 marzo quando i tre saggi (Luigi Attanasio, Antonio Bulgheroni e Catervo Cangiotti) presenteranno alla Giunta l’esito della consultazione tra la base confindustriale. Un test per tanti versi decisivo sarà  quello di domani in Assolombarda, l’associazione territoriale più importante dell’arcipelago confindustriale: Bombassei e Squinzi illustreranno separatamente i loro programmi agli industriali milanesi. La maggioranza dei quali, per quel che trapela, starebbero con Squinzi.


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