I deputati anti tagli ai vitalizi Quindici su 26 sono leghisti

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ROMA — Sono principalmente ex deputati, in gran parte leghisti, i 26 che hanno presentato ricorso al Consiglio di giurisdizione di Montecitorio contro la riduzione dei vitalizi parlamentari. Di questi soltanto tre sono in carica: Roberto Rosso e Giorgio Jannone, entrambi Pdl, e Daniele Molgora della Lega Nord, attuale presidente della Provincia di Brescia. Tra i ricorrenti figura anche il piediellino Adriano Paroli che ai primi di gennaio ha però optato per la carica di sindaco a Brescia. La presenza massiccia di seguaci di Umberto Bossi fa sbottare il finiano Nino Lo Presti: «È chiaro che il celodurismo contro “Roma ladrona” del Carroccio è soltanto un bluff e si affloscia quando si parla di denaro».
L’organismo presieduto da Giuseppe Consolo (Fli) e composto da Ignazio Abrignani (Pdl) e Tino Iannuzzi (Pd) si è riunito ieri e ha reso noti i nomi di chi si oppone al taglio dei vitalizi. Il taglio, deciso dall’ufficio di presidenza lo scorso 14 dicembre, quando fu adottata una delibera che sancisce il passaggio al regime contributivo del nuovo sistema previdenziale, decorre dal 1 gennaio 2012. La nuova disciplina prevede che l’accesso al trattamento avvenga a 65 anni con un periodo contributivo minimo di 5 anni. Per ogni anno ulteriore, l’età  è diminuita di un anno con il limite invalicabile di 60 anni. Questo nuovo regime si applica anche ai deputati cessati dal mandato.
Il collegio giudicante ha esaminato i ricorsi già  presentati — il termine ultimo per proporne altri scade però domani — e fissata l’udienza pubblica di trattazione alle 13.30 del 18 aprile. Ogni ricorrente è rappresentato da un avvocato. «Confido di esaurire la discussione in una sola seduta e di riunirci subito in camera di consiglio per decidere. Finora non abbiamo mai deliberato a maggioranza ma sempre all’unanimità », dice Consolo.
A parte i tre deputati in carica, chi ha fatto ricorso appartiene in prevalenza all’undicesima (’92-94), alla dodicesima (’94-96) e alla tredicesima (’96-2001) legislatura. In altri termini l’undicesima è l’ultima legislatura della Prima repubblica, la dodicesima si apre con il primo governo Berlusconi e si conclude con quello del ribaltone guidato da Lamberto Dini mentre la tredicesima è quella che vede alternarsi a Palazzo Chigi Romano Prodi, Massimo D’Alema e Giuliano Amato.
Ecco in dettaglio i nomi degli ex deputati leghisti: Elisabetta Castellazzi, Franca Valenti, Roberta Pizzicara, Diana Battaggia, Enrico Cavaliere, Oreste Rossi, Alberto Bosisio, Francesco Stroili, Edouard Ballaman. 
Quest’ultimo è stato al centro di una vicenda giudiziaria avviata dalla Procura della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia per avere fatto un uso privato dell’auto blu che aveva in dotazione come presidente del Consiglio regionale. Dal settembre 2010, però, si è autosospeso dalla Lega Nord. L’elenco poi prosegue con Flavio Bonafini, Fabio Padovan, Salvatore Bellomi (passato poi al Ccd di Pier Ferdinando Casini), Giulio Arrighini, Roberto Asquini. Ma Pietro Fontanini, segretario del Carroccio friulano giudica «politicamente inopportuna» la scelta di opporsi al taglio del vitalizio: «Non capisco perché i parlamentari non dovrebbero aspettare di andare in pensione come tutti gli altri cittadini».
Erano stati eletti nelle liste dell’Ulivo Michele Cappella, Antonio Borrometi e Ugo Malagnino. Entrarono alla Camera nella lista di Forza Italia Paola Martinelli, Emanuela Cabrini. Da Alleanza Nazionale provenivano Domenico Basile e Daniele Franz. Infine il veneziano Martino Dorigo fu eletto con Rifondazione comunista. Ma l’attuale segretario Paolo Ferrero obietta che «Dorigo non è più un iscritto dal 1995».


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