Il fisco non si ferma: presto controlli a tappeto

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Ma aumenta la fuga di capitali verso la SvizzeraLe ispezioni del Fisco a Cortina, Roma e poi a Milano non erano fatti episodici o che resteranno isolati: il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha convocato ieri una conferenza stampa per annunciare che siamo solo all’inizio, che i controlli presto si sposteranno anche al Sud, e che in primavera verranno radiografate un alto numero di dichiarazioni dei redditi, incrociandole – grazie a una novità  della manovra Monti – con i dati dei conti correnti. Quindi il ministero delle Finanze (guidato ad interim dallo stesso Mario Monti) non scherza, e gli evasori sono avvisati. Inoltre, partirà  presto un nuovo «redditometro», con 100 nuove voci indicatorie di ricchezza. 
«La lotta all’evasione è uno sforzo titanico, ma comincia a dare i suoi frutti: nel 2011 abbiamo recuperato 11,6 miliardi. Ora, con il controllo dei conti bancari, può partire la grande svolta di primavera – aveva detto lo stesso Befera solo qualche ora prima, in un’intervista alla Repubblica – Ormai siamo in grado di verificare la posizione di tutti i contribuenti. Dopo le dichiarazioni dei redditi di giugno scatterà  un’operazione di controlli “massivi”. L’ultima manovra del governo contiene un driver formidabile: ora abbiamo accesso diretto ai conti correnti bancari».
«L’archivio dei depositi da consultare ai fini fiscali lo aveva inventato Visco nel 1996, ma il Parlamento lo ha bloccato per 15 anni – ha ripreso il direttore dell’Agenzia delle Entrate – Ora Monti l’ha finalmente sbloccato. Adesso manca per avviarlo solo l’ultimo provvedimento attuativo, che vareremo nei prossimi giorni d’intesa con il Garante della Privacy». 
Il nuovo sistema informatico «Serpico» in dotazione all’Agenziadelle Entrate permette l’incrocio con varie banche dati e non solo con quelli bancari: si va dalle dichiarazioni Inps a quanto verbalizzato nel registro delle imprese. Nel frattempo, si sta mettendo a punto il «redditometro», che sarà  pronto entro la fine di febbraio. 
Il trend del recupero dell’evasione fiscale, sempre stando a quanto dice Befera, è migliorato nel 2011 rispetto al 2010: sono stati effettuati 2 milioni di controlli, che hanno riportato nelle casse dello Stato 11,5 miliardi di euro. In particolare, lo scorso anno sono state eseguite oltre 700 mila verifiche su imposte indirette, 1 milione sulle dichiarazioni dei redditi e 300 mila su materia di registro. Inoltre circa 11.500 controlli hanno utilizzato indagini finanziarie, con oltre 1 miliardo di euro recuperati. 
Ma l’Agenzia delle Entrate chiede anche una «contropartita» allo Stato: Befera chiede una deroga al blocco delle assunzioni per rimpiazzare il personale in uscita, anche perché «lo sforzo che ci viene chiesto non può prescindere dal fattore umano». Nel triennio 2012-14, i dipendenti in uscita sono circa 1.800, ma i limiti massimi previsti dall’attuale normativa sul turn over consentirebbero di rimpiazzarne solo il 20% (cioè 360). «Occorre – spiega il direttore – una specifica autorizzazione di legge per assumerne altri 1.440». 
Nell’intervista a Repubblica, poi parzialmente smentita proprio su questo punto, Befera cita anche i politici della Lega, in particolare Umberto Bossi, e un esponente dell’Udc che stanno facendo campagna contro i controlli. E ieri infatti il fuoco di fila contro il fisco non si è placato, con il Pdl parecchio avvelenato (Osvaldo Napoli taccia il direttore delle Entrate di «moralismo», non potendo criticare direttamente i controlli) e il governatore della Lombardia Roberto Formigoni che chiede «controlli anche al Sud». Dall’altro lato, al contrario, plaudono al giro di vite il Pd e l’Idv, come il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, la Csil con Raffaele Bonanni, e la Uil.
Va ricordato anche che Befera ha segnalato l’aumento nel 2011 della fuga dei capitali (spesso sottoforma di valigette, lingotti o altri beni preziosi) in Svizzera: «A fine 2011 almeno 11 miliardi sono stati esportati illegalmente all’estero – ha spiegato – Negli ultimi tre mesi dell’anno i sequestri di valuta ai valichi di frontiera sono aumentati di oltre il 50%. L’esportazione di lingotti d’oro verso la Svizzera è cresciuta tra il 30 e il 40%».


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